Migranti, Saviano: “Davanti ai morti non potevo tacere”

Migranti, Saviano: “Davanti ai morti non potevo tacere”
Festival di Sanremo 2022, terza serata

Il giornalista a processo per diffamazione: “Sono la persona più processata da questo governo”

Roberto Saviano affida a una dichiarazione, letta all’uscita del tribunale di Roma, la sua replica dopo la prima udienza del processo in cui è imputato per diffamazione. A denunciarlo la premier Giorgia Meloni da lui definita “bastarda” in un dibattito televisivo sul tema dei migranti.

Dinanzi ai morti, agli annegamenti, all’indifferenza, alla speculazione, soltanto poco più del 10% dei migranti vengono salvati dalle Ong e tanto basta per aver generato un odio smisurato verso di loro e verso i naufraghi stessi, dinanzi a quella madre che ha perso il bambino, io non potevo stare zitto. Non potevo accettarlo. E sento di aver speso parole perfino troppo prudenti, di aver gridato indignazione perfino con parsimonia”, ha detto il giornalista e scrittore parlando con i giornalisti.

 

Sono la persona più processata da questo governo

“In aula si è detto che non dovevo fare il comizio. Non c’è nessun comizio da fare, voglio solo difendermi”, ha detto Saviano che ha poi aggiunto: “Salvini lo avrò contro sia in questo processo, sia in quello che ci sara l’anno prossimo per la frase ‘ministro della malavita’. Credo di avere il record di giornalista, la persona, più processata da questo governo” .

Mi difendo con le parole, no immunità 

“Io sono uno scrittore: il mio strumento è la parola. Cerco, con la parola, di persuadere, di convincere, di attivare”, ha spiegato Saviano. “La parola è ciò per cui io sono qui – prosegue – L’accusa è quella di aver ecceduto il contenimento, il perimetro lecito, la linea sottilissima che demarca l’invettiva possibile da quella che qui viene chiamata diffamazione”.

“Sono uno scrittore e quindi, avendo ottenuto la libertà di parola prima di qualsiasi altra, sono deciso a presidiarla – prosegue – Ho sempre scelto di difendere le mie parole con il mio corpo in maniera differente rispetto a quanto fanno molti parlamentari, che hanno usato lo scudo dell’immunità quando hanno avuto bisogno di proteggersi dalla giustizia: lo ho fatto la scelta opposta, ho scelto di esporre il mio corpo e le mie parole negandomi la possibilità di un riparo sicuro, di rifugiarmi in una zona franca tra la legge e l’individuo: perché mi illudo ancora, forse ingenuamente, che dalla giustizia non ci si debba proteggere, ma che sia essa stessa garanzia di protezione”.

Si attaccano Ong perché non si vogliono testimoni

Una dichiarazione lunga e articolata quella di Saviano in cui lo scrittore ha spiegato che “si attaccano le Ong perché non si vogliono testimoni che raccontino questo scempio”. “La verità è che provano in tutti i modi a fermare le Ong, che hanno subito 20 inchieste in 5 anni, come nessuna azienda italiana, neanche quelle denunciate dal giornalismo come vicine alle organizzazioni criminali. Nessuna fabbrica dove ci sono stati morti sul lavoro ha avuto così tante indagini – continua ancora l’autore di ‘Gomorra’- Eppure, nonostante queste 20 inchieste, nessuna fra le tesi degli accusatori è mai stata validata, mentre sono aumentate le bugie su chi soccorre in mare”.

“Scene come quelle costruite da Meloni, con il canotto e gli slogan politici, o invocate da Meloni, che propone di affondare le navi delle Ong trattandole come galeoni pirata, avvenivano mentre in mare si moriva – prosegue – Si moriva. Con gli occhi sgranati e i polmoni pieni d’acqua. Si moriva in mare mentre le Ong, lo ricordo, agivano sempre su autorizzazione della Guardia costiera italiana, quando i salvataggi avvenivano in mare europeo“.

“Dinanzi a tutto questo, non c’è la volontà genuina di ragionare sulle quote di migranti da accogliere, sulla gestione dell’accoglienza, sugli investimenti – continua – Tutto questo implica un dibattito, implica la diversità di vedute, implica l’esercizio della democrazia; ma la delegittimazione, il fango, l’infamia che è stata riversata su chi non ha voce, non ha nulla di politico: è solo propaganda, pregiudizi, razzismo, aberrazione. La mia affermazione è stata assai tenue, a pensarci bene. Il disgusto dovrebbe essere maggiore, e lo è, molto spesso lo è”.

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