'Operazione Parassita' della Guardia di Finanza

(LaPresse) Ha percepito 24 mila euro in due anni, 1.000 euro al mese. Peccato che lui, 30enne pescarese, fosse pluripregiudicato e nella richiesta del sostegno economico ha omesso di comunicare che, nel proprio nucleo familiare, la compagna era ai domiciliari per spaccio di droga. Oltre alla denuncia per false dichiarazioni e indebita percezione del reddito di cittadinanza, la Guardia di Finanza di Pescara ha chiesto, per il 30enne, il sequestro preventivo dei fondi percepiti illegittimamente bloccando l’accredito delle somme ricevute indebitamente che saranno recuperate dall’erario. “L’operazione Parassita è stata svolta d’iniziativa nell’ambito del rafforzamento del presidio di vigilanza a tutela della spesa pubblica, settore centrale in questo particolare momento storico”. Lo ha detto il colonnello Antonio Caputo, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Pescara. “La preventiva azione informativa, sviluppata grazie alle nostre ‘antenne’ sul territorio, ha consentito di individuare soggetti sui quali esperire ulteriori accertamenti per disinnescare il circolo vizioso di percezione indebita di sussidi economici importanti, che non possono finire nelle mani di chi li usurpa. Parliamo di migliaia di euro che lo Stato eroga, per ciascuna famiglia, a sostegno del mondo del lavoro e dell’inclusione sociale, come misura di contrasto alla povertà”, ha aggiunto il comandante. “I lavori continuano senza sosta e proseguiranno anche nei prossimi mesi sulla scia del percorso investigativo che abbiamo già intrapreso con la recente operazione cash point, sempre in tema di percezione indebita del reddito di cittadinanza. Dobbiamo porre fine ai meccanismi fraudolenti posti in essere dai malintenzionati a svantaggio dei più vulnerabili”, ha concluso Caputo.

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