È di Liliana Resinovich, la 63enne della quale non si avevano più notizie dal 14 dicembre, il cadavere ritrovato mercoledì scorso nella zona di San Giovanni, a Trieste. Sul corpo della donna oggi è stata eseguita l’autopsia: il procuratore capo di Trieste, Antonio De Nicolo, ha precisato che l’esame attribuisce la causa della morte a “scompenso cardiaco acuto” e precisa che altri accertamenti sono in corso”. “E’ dunque evidente che, per conoscere con attendibilità l’effettiva causa del decesso, è necessario attendere gli esiti degli esami tossicologici che sono stati appena disposti – i cui risultati non saranno disponibili, prevedibilmente, prima di trenta giorni -, nonché gli esiti delle complessive investigazioni avviate da questo ufficio e delegate alla squadra Mobile di Trieste nonché alla polizia scientifica”.
A riconoscere il corpo sono stati il fratello e la cugina di Liliana, in seguito il marito Sebastiano Visintin. “Devo capire cosa è successo, se qualcuno ha fatto qualcosa o se lei ha ritenuto opportuno andarsene e non so perché – ha commentato a ‘Ore 14’ su Rai2: – Nelle foto l’ho vista serena, riconoscibile, lei amava la vita non posso credere, mi hanno fatto vedere le foto e avrei voluto farle una carezza ma avevo solo le foto e così ho riconosciuto Liliana, il suo orologio, il suo giubbotto. L’ho trovata bene. Non mi è stato detto nulla sulle cause del decesso, ma solo chiesto se fosse lei o meno”.
Nel pomeriggio l’ autopsia è stata eseguita dal consulente della Procura Costantinides, alla presenza del professor Moreschi, nominato consulente di parte dal fratello della donna. Secondo il medico-legale, “non sono stati rilevati traumi da mano altrui atti a giustificare il decesso”. Il procuratore De Nicolo sottolinea che “al momento, non v’è ragione per modificare la rubricazione del fascicolo processuale, aperto all’indomani della scomparsa di Liliana Resinovich a carico di ignoti per l’ipotesi di sequestro di persona: infatti allo stato non vi sono motivi per privilegiare l’ipotesi che il decesso sia avvenuto a causa di condotte altrui rispetto a quella del decesso avvenuto per mano propria”. Domani il magistrato titolare del procedimento, il sostituto procuratore Maddalena Chergia, emetterà il nulla osta al seppellimento della salma, non appena avrà formalmente acquisito il referto autoptico.