L'inchiesta si è concentrata sulla sfera privata del docente, freddato con un colpo di pistola
È stato fermato all’alba di giovedì, ha una settantina d’anni e, come la vittima, frequentava per lavoro l’ambiente universitario. I passi avanti nelle indagini fanno emergere nuovi dettagli sulla morte di Dario Angeletti, il docente freddato da un colpo di pistola, martedì in un parcheggio alla periferia di Tarquinia, in provincia di Viterbo.
Al sospettato, i carabinieri sono arrivati dopo un giorno di indagini serrate, nel corso delle quali sono stati sentiti testimoni, parenti e amici della vittima, per capire chi potesse essere il killer.
L’inchiesta si è presto concentrata sulla sfera privata di Angeletti, il cui cadavere è stato trovato, in auto, nel parcheggio delle Saline a Tarquinia: lo ha ucciso un solo colpo, sparato da distanza ravvicinata.
Al fermato, si è giunti dopo aver scandagliato i video di tutte le telecamere di sorveglianza della zona: sebbene nessuna abbia ripreso il momento dell’omicidio, i filmati hanno fornito una serie di immagini su auto e persone in entrata e in uscita dal parcheggio.
Ieri sera è scattata la perquisizione in casa del sospettato, che, mentre davanti ai carabinieri è stato colto da malore e trasportato all’ospedale Belcolle di Viterbo, dove è rimasto, piantonato, dopo il fermo.
Tra domani e sabato si terrà l’interrogatorio di convalida, mentre proseguono le indagini e si attende l’esito dell’esame dello stub cui è stato sottoposto l’uomo, che rivelerà l’eventuale presenza di polvere da sparo.
Intanto è mistero sull’arma del delitto che non è stata ancora trovata.
Angeletti, una moglie e due figli, era docente presso il Dipartimento di scienze biologiche ed ecologiche dell’Università della Tuscia. La sua morte ha sconvolto la cittadina del Viterbese e il sindaco di Tarquinia ha annunciato che il Comune si costituirà parte civile nel procedimento.
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