Nessun ferito. Almeno 20 gli inquilini visitati dal 118: sono in buone condizioni. La procura apre un fascicolo per disastro colposo
I vigili del fuoco sono al lavoro in via Antonini a Milano per mettere in sicurezza il palazzo di 18 piani che è divampato ieri pomeriggio. La squadra di polizia giudiziaria, coordinata dai magistrati, è al lavoro e sta controllando tutto gli appartamenti del palazzo. I vigili del fuoco sono al lavoro anche per verificare se la statica dell’edificio sia stata compromessa dall’incendio e se sia necessario abbatterne alcune parti. All’interno dell’edificio al momento c’è anche il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, che sta effettuando un sopralluogo.
Il grattacielo ‘Torre del Moro’ si è trasformato in una torcia di fuoco e di fumo intorno alle 17.30 di ieri, domenica, in zona Famagosta, periferia Sud di Milano. A cominiciare a bruciare, da quanto emerrso dalle prime ricostruzioni, è stato prima un appartamento all’ultimo piano del palazzo, poi le fiamme sono ‘scese’ lungo la parte sinistra, consumando l’edificio fino a mostrarne l’ossatura.
Rottami e pezzi di materaiale costruttivo sono precipitati nel parcheggio sottostante. Diversi cittadini presenti sul posto hanno raccontato di esplosioni in diversi appartamenti. Nel palazzo, che comprende due numeri civici, il 32 e il 34, abitavano una settantina di famiglie. C’è anche il cantante Alessandro Mahmood, vincitore di Sanremo con la hit ‘Soldi’, tra gli inquilini del palazzo. I vigili del fuoco e la polizia sono riusciti ad evacuare tutti gli inquilini. Oltre venti le persone intossicate.
I primi soccorritori avrebbero fatto in tempo ad entrare nel grattacielo e a salire fino all’ultimo, dove si è sprigionato il fuoco, e a far uscire i residenti presenti. In tutto sono una ventina i condomini visitati sul posto dal personale del 118: tutti sono stati in grado di camminare, non hanno inalato ingenti quantità di fumo e sono in buone condizioni.Dal palazzo si è alzata un’altissima colonna di fumo, visibile anche a grande distanza.Il grattacielo fa parte di un complesso di recente realizzazione che ospita anche uffici, ristoranti e negozi. Il palazzo raggiunge i 60 metri di altezza ed è ispirato alla chiglia di una nave. É composto di lastre autoportanti di polistirene che si sono consumate rapidamente, lasciando scoperta la struttura .
Il procuratore aggiunto di Milano, Tiziana Siciliano, che sta indagando con il pm Pasquale Addesso sull’incendio divampato ieri pomeriggio in via Antonini, nelle prossime ore aprirà un fascicolo sulla vicenda. L’ipotesi per la quale indagheranno, da quanto si apprende, è di disastro colposo.
Il parere dell’esperto Cnr: Timori per nube tossica
Un incendio di quelle dimensioni produce inevitabilmente sostanze tossiche per chi le respira. Anche perché a bruciare sono state sostanze diverse, come le plastiche, che possono sviluppare composti molto tossici come le diossine. Sicuramente c’è un problema di tutela della salute pubblica per i residenti dell’area”. A dirlo a LaPresse è Nicola Pirrone, dirigente di ricerca dell’Istituto inquinamento atmosferico del Cnr, in merito all’incendio divampato ieri a Milano in un grattacielo in via Antonini, di 18 piani, in cui vivevano 60 famiglie. L’edificio, noto come ‘Torre dei Moro’, alto 60 metri, è stato avvolto dal fuoco e l’involucro della facciata divorato in poco tempo.
“L’edificio ha preso fuoco come una grande torcia – prosegue Pirrone – il cappotto di isolamento termico evidentemente non era stato realizzato con materiale ignifugo. Nella combustione di multimateriali può succedere un po’ di tutto: sono bruciati composti idrocarburi aromatici, molti polimeri, isolanti termici di vario tipo, lastre di alluminio. La nube tossica è inevitabile.
Se il fumo ristagna è pericoloso stare fuori. Il consiglio – conclude l’esperto – è di tenere le finestre chiuse in casa e di non stazionare in quell’area”.
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