G8, Genova 20 anni dopo. Re David: Nulla è cambiato

Oggi al terzo giorno di manifestazioni con un presidio in piazza Alimonda, dove verrà ricordato Carlo Giuliani, ucciso da un proiettile sparato dal carabiniere Mario Placanica nel corso degli scontri tra forze dell'ordine e manifestanti

Prima la società, poi l’ambiente, poi il lavoro, passando per la scuola per ritrarre il cambiamento, afferrato e mancato, nei 20 anni che separano il G8 2001 dai giorni nostri. Nel secondo giorno di incontri per ricordare il ventennale dal G8 di Genova nel ‘fortino’ di Palazzo Ducale, ma anche nelle altre sedi della città scelte per ospitare convegni e tavole rotonde parte del programma ‘Genova ’01, 20 anni dopo, un altro mondo è necessario’, il cuore del dibattito guarda ai temi, quelli che il movimento portò in piazza nel controvertice del 2001.

Nel pomeriggio è stato il mondo del lavoro e dell’occupazione il centro dell’incontro organizzato da Fair, cooperativa equo solidale, insieme alla Fiom. Sul palco la leader dei metalmeccanici, Francesca Re David, e in collegamento anche il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, per parlare della sfida per il rilancio del Paese nei prossimi 10 anni, la programmazione dei fondi in arrivo nel post pandemia e la scommessa della transizione ecologica. “Venti anni fa noi c’eravamo – ha ricordato Re David, parlando a margine con i giornalisti prima del convegno – perché in quel momento sentivamo il lavoro sotto attacco, era stato fatto un contratto nazionale separato e la Fiom era già in campo con gli scioperi. C’eravamo perché ritenevamo che quello che veniva discusso a Genova dal movimento dei movimenti, la globalizzazione, le questioni ambientali e il dominio della finanza fossero temi centrali. E lo sono ancora oggi”.

Giovannini ha ricordato la sua storia nel mondo dell’associazionismo. E sottolineato l’impegno del suo ministero. “Abbiamo già aperto un tavolo – ha detto – con i sindacati, la società civile, le associazioni territoriali, con la nascita della consulta del ministero, non solo sul Pnrr ma anche sulle nostre politiche. La struttura di governance del Pnrr deve coinvolgere, il decreto Semplificazioni in discussione in queste ore sono sicuro che una volta convertito attiverà quanto previsto. Il dibattito pubblico è un elemento di democrazia”. A collegare la spinta al cambiamento del 2001 con la realtà della situazione attuale, sempre dalla Fiom, questa volta di Genova, è stato l’Rsu dello stabilimento ex Ilva di Genova, Armando Palombo: voce e parole che raccontano della vertenza attuale legata alla tenuta occupazionale e al rilancio dell’acciaio che in Italia stenta a decollare.

Non ero no global 20 anni fa – ha spiegato – e non lo sono oggi. La mia posizione è quella di Marx, il che significa guardare al mondo intero, a processi che producono più operai, più ingegneri, più tecnici, più impiegati. Nel nostro settore la transizione sarà a gas e elettrica e avrà costi enormi. Se i governi non avessero fatto il disastro che hanno fatto sulla vicenda Ilva questi processi sarebbero già in corso anche in Italia”. La sfida vera riguarda ora la gestione dei fondi in arrivo con il Pnrr, per Re David, anche e soprattutto in tema di occupazione.

Oggi al terzo giorno di manifestazioni un presidio in piazza Alimonda, dove verrà ricordato Carlo Giuliani, ucciso da un proiettile sparato dal carabiniere Mario Placanica nel corso degli scontri tra forze dell’ordine e manifestanti. E continuano gli incontri degli attivisti, che tornenanno a vedersi per la prima volta dopo 20 anni a palazzo Ducale, quello che nel corso del G8 fu la sede gli incontri istituzionali.