Si erano perse le sue tracce domenica, improvvisamente, dopo che era uscita dalla sua casa di Monteveglio, una frazione di Valsamoggia, in provincia di Bologna. I genitori, non vedendola rientrare, avevano iniziato a cercarla: prima da soli, poi con l’aiuto dei carabinieri e di una squadra di volontari. Lunedì pomeriggio, però, il corpo di Chiara Gualzetti è stato trovato senza vita su una collina nel Parco regionale dell’Abbazia di Monteveglio, non lontano dalla sua abitazione. E alle 4.30 di martedì mattina, dopo diversi riscontri oggettivi, è arrivata anche la confessione dell’omicidio da parte di un coetaneo della 16enne, per cui i carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale del capoluogo emiliano-romagnolo e del Nucleo operativo della compagnia di Borgo Panigale hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto (emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni).
Il giovane, in casa, aveva l’arma utilizzata per uccidere l’amica (un coltello da cucina), i vestiti ancora sporchi di sangue e il telefono della vittima, di cui avrebbe cercato di disfarsi. Al momento del rinvenimento del corpo, i militari, avendo individuato nell’immediato le ferite d’arma da taglio, avevano valutato da subito l’ipotesi dell’omicidio e le indagini si erano concentrate su quel ragazzo che non solo era stato l’ultimo ad averla vista ma che aveva dichiarato di aver cancellato accidentalmente tutti i messaggi scambiati con lei in chat.
Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, il 16enne, trasferito in un Centro di giustizia minorile, su disposizione dell’Autorità giudiziaria, e ascoltato tutta la notte dalle forze dell’ordine, avrebbe dichiarato di aver sentito una presenza demoniaca che lo spingeva a compiere atti sempre più violenti verso le persone e di essersi sentito infastidito dalle avances della 16enne. “Le indagini sono ancora in corso e sulla base delle dichiarazioni rese del ragazzo sono varie le ipotesi al vaglio, al fine di risalire al movente dell’omicidio”, spiega il capitano Riccardo Angeletti, comandate in sede vacante della Compagnia dei carabinieri di Borgo Panigale, che conferma come gli inquirenti proseguano la loro indagine per comprendere le motivazioni del gesto.
“Poche parole per esprimere tutta la mia gratitudine alle forze dell’ordine, alla protezione civile e a tutti quelli che hanno partecipato sia materialmente, che moralmente. Grazie”, scrivono sul loro profilo Facebook, Vincenzo e Giusi Gualzetti, i genitori della ragazza, per ringraziare chi, in queste ore, si è speso per trovarla. Già nel giorno della sua sparizione, il padre aveva pubblicato un appello sui social, con una foto, in cui chiedeva se qualcuno avesse visto la figlia. Subito dopo, anche Daniele Ruscigno, sindaco di Valsamoggia, aveva diffuso un messaggio per amplificare la ricerca. Chiara, però, probabilmente era già morta e oggi il suo corpo è stato trasportato al Deposito osservazione salme di Bologna.
La giovane, appartenente al gruppo Arcieri del Melograno di Monteveglio, una compagnia di arcieri inserita nel circuito delle rievocazioni storiche, aveva un profilo Instagram e uno su Tik Tok. Qualche filtro per nascondere l’imbarazzo tipico degli adolescenti e una presentazione di se stessa molto sintetica: “Amo la musica, mi affeziono facilmente e sono un gran disastro”.