Ex Ilva, Consiglio di Stato boccia la sentenza Tar di Lecce: l’impianto a caldo può lavorare

Il Tar aveva riconosciuto la legittimità dell'ordinanza del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che ordinava lo spegnimento dell'area a caldo dell'ex Ilva

Nuovo capitolo sul caso Ex Ilva: il Consiglio di Stato ha deciso l’annullamento della sentenza del Tar di Lecce, a quanto appresso dalla società Acciaierie d’Italia. E’ stato accolto il ricorso della azienda contro lo spegnimento dell’area a caldo dello stabilimento di Taranto.

“Questa sezione ritiene che gli elementi emersi dall’istruttoria processuale abbiano fornito un quadro tutt’altro che univoco sui fatti dai quali è scaturita l’ordinanza contingibile e urgente. Anzi, quanto è emerso è più incline a escludere il rischio concreto di un’eventuale ripetizione degli eventi e la sussistenza di un possibile pericolo per la comunità tarantina“. E’ quanto si legge nelle motivazioni della sentenza con cui il Consiglio di Stato ha annullato l’ordinanza del Tar, sezione di Lecce, che riconoscendo la legittimità dell’ordinanza del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ordinava lo spegnimento dell’area a caldo dell’ex Ilva.

La pronuncia è della Quarta sezione, presidente Raffaele Greco ed estensore Michele Conforti, all’esito dell’udienza del 13 maggio scorso, su ricorso presentato da ArcelorMittal. L’istruttoria procedimentale e quella processuale non evidenziano un pericolo ulteriore rispetto a quello ordinariamente collegato allo svolgimento dell’attività produttiva dello stabilimento industriale e gestito attraverso la disciplina dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale, ndr).

Vengono dunque a decadere le ipotesi di spegnimento dell’area a caldo dello stabilimento di Taranto di Acciaierie d’Italia e di fermata degli impianti connessi, la cui attività produttiva proseguirà con regolarità“, commenta in una nota la società.