Sono 69 le persone a rischio processo, secondo fonti della procura, insieme a due società
Chiuse le indagini per il crollo del Ponte Morandi a Genova. Il pubblico ministero Massimo Terrile ha firmato l’atto di chiusura delle indagini sul crollo di Ponte Morandi. Sono 69 le persone a rischio processo, secondo fonti della Procura, insieme a due società: Autostrade per l’Italia e Spea Engineering (68 sono i nomi noti più una posizione a quanto si apprende marginale). Fra questi vi sono Giovanni Castellucci, ex numero uno di Autostrade finito anche ai domiciliari poi tramutati in interdizione dai pubblici uffici per un anno, il suo braccio destro Paolo Berti, il numero tre Michele Donferri Mitelli, e poi a seguire la scala gerarchica della concessionaria e di Spea, la società che fino al dicembre 2019 aveva il compito del monitoraggio della rete autostradale italiana.
Le indagini diagnostiche degli anni 1990 e 1991 sugli stralli della pila 9, “pur eseguite in modi parziali e inadeguati, avevano individuato, sull’unico strallo a mare lato Savona esaminato, 2 trefoli lenti e del tutto privi di iniezione e sull’unico strallo lato Genova lato monte esaminato, 2 cavi scoperti su 4 privi di guaina perché completamente ossidata”. È quanto si legge nel documento depositato dalla Procura che riporta come la pila 9 del ponte Morandi venne controllata da vicino nell’ottobre 2015. Secondo i pm i controlli vennero fatti di notte e soltanto lato mare con binocoli o cannocchiali senza quindi essere ravvicinati. La relazione, secondo quando emerge nell’avviso, “evidenziava chiarissimi segnali d’allarme sulle condizioni degli stralli”.
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