Si riaccende la tensione in Val Susa. Nella notte tra lunedì e martedì ci sono state tensioni tra le forze dell’ordine e i manifestanti No Tav. Il terreno dello scontro è quello del territorio dell’ex autoporto di San Didero (Torino), dove si sta allargando il nuovo cantiere di Telt e dove era presente un presidio di alcune decine di persone. La tensione si respirava già dalla tarda serata, quando diverse camionette della polizia si erano portate in zona e i No Tav hanno lanciato il loro appello perché gli attivisti salissero in Valle: il risultato sono state diverse ore di tensione, con lancio di sassi da parte dei manifestanti e la polizia che ha risposto con il lancio di lacrimogeni. “Anche ad altezza uomo” denunciano i No Tav. Barricate date alle fiamme da parte dei manifestanti per cercare di non far avvicinare la polizia: alcuni manifestanti si sono arrampicati sul tetto del vecchio edificio presente nella zona del cantiere, da tempo presidiato, rimanendo tutto il giorno. Il bilancio dei feriti è stato di tre poliziotti colpiti e un operaio Telt ma anche i No Tav hanno dichiarato che alcuni manifestanti sono rimasti feriti.
“Siamo qui per difendere l’unico polmone verde della bassa valle, dalle ruspe che con arroganza vogliono radere al suolo ettari di alberi – si legge in una nota no Tav – è importante ricordare che il terreno in questione assorbe da circa quarant’anni tutte le diossine dell’acciaieria circostante, pertanto quegli scavi porteranno in circolo materiali inquinanti ed estremamente nocivi per tutte e tutti”, sostengono i manifestanti. In Valle nella notte anche Nicoletta Dosio, l’attivista No Tav 75enne che ha scontato diversi mesi ai domiciliari dalla fine del 2019 al novembre 2020 per una manifestazione del 2012: “Vogliono fiaccare una resistenza senza rendersi conto di quando siamo determinati – spiega Dosio – La nostra è una lotta di responsabilità verso la natura e anche verso i fondi pubblici”.
Alle 8.30 del mattino il nuovo appello: due diversi cortei si sono mossi in direzione del cantiere di San Didero, dove nel frattempo gli operai, scortati dalle forze dell’ordine, hanno piazzato alcune transenne. Partiti da Bruzolo e Borgone Susa, i manifestanti si sono ritrovati circa in 200 nei pressi del cantiere, dove sono stati respinti dalle cariche della polizia. “E’ davvero inaccettabile – ha dichiarato Sergio Lampo, sindaco di San Didero, prima ancora della conferenza stampa convocata poi nel pomeriggio con altri sindaci – che a fronte della grave emergenza sanitaria che tutto il Paese sta vivendo il Governo decida di investire ingenti somme di denaro per spostare oltre 1000 agenti delle forze dell’ordine a difendere Telt, il cui unico scopo è quello di accedere ai nuovi fondi europei, devastando la Valle, e condannando a malattie respiratorie e cardiovascolari l’intera popolazione Valsusina”. Nel pomeriggio un nuovo corteo ha raggiunto la zona.
Solidarietà agli operai è arrivata da alcuni sindacati, come la Filca Cisl che ha definito ‘inaccettabile’ quanto accaduto e la Uil Piemonte, e dall’Ance. Solidarietà alle forze dell’ordine da alcuni partiti, che chiedono anche un commissario per l’opera: “L’inizio dei lavori per la realizzazione del nuovo autoporto spinge verso il compimento dei progetti sui grandi collegamenti di trasporto all’interno dell’Ue” scrivono in una nota i deputati della Lega Elena Maccanti, capogruppo della Commissione Trasporti, e Alessandro Benvenuto, componente della Commissione Ambiente e commissario provinciale Lega a Torino. L’opera non sarebbe in discussione secondo Confindustria Piemonte e i comitati Sì Tav. “Ma questa è la riprova che il movimento c’è e si rigenera – spiega ancora Dosio – La nostra è una lotta contro il Tav ma anche contro tutte le male opere che vanno contro l’ambiente”.
Il nuovo autoporto è un’opera da 47 milioni di euro, su una superficie di 68mila metri quadri, compresa tra la A32 Torino-Bardonecchia e la statale 25, a cavallo tra i comuni di San Didero e Bruzolo del Moncenisio (un’area classificata dalla Regione Piemonte come degradata, in cui c’è solo lo 0,5% di superfici boscate dei due comuni). I lavori di realizzazione sono gestiti da Sitaf, la concessionaria dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia, per conto di Telt (Tunnel Euroalpin Lyon Turin), società italo-francese incaricata di costruire la nuova ferrovia Torino-Lione. L’autoporto sostituirà quello esistente a Susa, sull’area dove sarà costruita la nuova stazione internazionale ferroviaria.