Tra i nomi eccellenti anche quello del leader Udc Cesa

Ci sono le famiglie di ‘ndrangheta del Crotonese nel mirino della Dda di Catanzaro. Ma l’importanza dell’operazione Basso Profilo portata a termine all’alba di ieri da Carabinieri, Polizia e Guardia di finanza scardina un sistema di legami che svela gli intrecci tra imprenditoria, politica e criminalità. Per salire e scendere comodamente tra i vari livelli bastava utilizzare tanti colletti bianchi, professionisti e personaggi della società civile in apparenza inappuntabili. Quella zona grigia che il procuratore capo Nicola Gratteri ed i suoi più stretti collaboratori ritengono “assai pericolosa perché capace di rassicurante mimetizzazione”.

I reati contestati sono da 416bis: riciclaggio, turbativa, intestazione fittizia, associazione mafiosa. Tanto gravi che il gip ha vietato agli arrestati colloqui con gli avvocati per cinque giorni. Cinquanta i provvedimenti cautelari e centinaia i sequestri tra società, autoveicoli, conti correnti e oggetti preziosi (rolex e lingotti d’oro), oltre ad immobili per 80 milioni di euro. Un giro d’affari per 250 milioni ricostruito attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e dichiarazioni di sette collaboratori di giustizia.

E così partendo da un imprenditore locale (A.G.) che ‘amava’ truccare gli appalti per aggiudicarsi le gare per le forniture antinfortunistiche gli inquirenti hanno scoperto l’intermediazione di un ex consigliere comunale di Catanzaro e del figlio (T.B. e S.B.) col segretario nazionale Udc Lorenzo Cesa (al tempo eurodeputato, indagato per associazione a delinquere aggravata dalle modalità mafiose e dimessosi immediatamente da segretario Udc) per ambire a gare più sostanziose. Invece con il segretario regionale Franco Talarico, mandato ai domiciliari per “una particolare predisposizione a delinquere nonostante sia incensurato”, sono saltati fuori accordi con famiglie di cosche reggine per procurargli pacchetti di voti alle elezioni del 2018. Un sistema generale che purtroppo poggiava anche su alcuni infedeli, appartenenti alle forze dell’ordine. “La ‘ndrangheta spara sempre meno perché ha scoperto che l’economia e la politica rendono di più – ha detto il procuratore Gratteri nel suo prologo – Qui un piccolo imprenditore con avidità e spavalderia ha raggiunto i vari livelli fino a Roma. Fa impressione vedere il mondo dei professionisti mettersi a disposizione di faccendieri di provincia. E’ un quadro piuttosto desolante”. Gli ha fatto eco il direttore della Dia di Catanzaro Maurizio Vallone aggiungendo altri dati: “Abbiamo ricostruito quasi 400 mila operazioni bancarie in 1800 conti correnti, ascoltato e trascritto 260 mila dialoghi tenendo le fila di circa una dozzina di ndrine distaccate e ‘locali’ tra le province di Crotone e Catanzaro”. All’operazione Basso Profilo hanno preso parte 200 uomini della Dia, coadiuvati da altre 170 colleghi tra Carabinieri, Polizia e Finanza ed il supporto di un elicottero e diverse unità cinofile.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata