Le tiene la mano, le accarezza i capelli, le sorride. Chris Robinson non lascia mai Amanda Knox durante l'apertura del Festival della giustizia criminale all'Università di Modena. Per lei è un momento emotivamente forte: si tratta della prima volta in 8 anni in cui la 31enne statunitense rimette piede sul suolo italiano dopo la scarcerazione, avvenuta nel 2011, a seguito dell'accusa di omicidio di Meredith Kercher, studentessa inglese, con cui condivideva un appartamento a Perugia. All'epoca era fidanzata con Raffaele Sollecito, anche lui processato e incarcerato per quattro anni. "Ci siamo messaggiati ultimamente e mi aveva detto che sarebbe venuta in Italia per questo convegno. Non ho però intenzione di incontrarla né di chiamarla", ha dichiarato il ragazzo italiano a Le Iene, che hanno pubblicato l'audio integrale dell'intervista su iene.it. Raffaele Sollecito racconta al sito della trasmissione di Italia1 il prezzo che deve ancora pagare per essere stato accusato insieme ad Amanda Knox dell'omicidio di Meredith Kercher, nonostante l'assoluzione. Aveva infatti trovato lavoro come ingegnere in Francia. "Ma quando hanno fatto ulteriori indagini mi hanno detto chiaramente che non volevano avere a che fare con una persona che aveva una tale esposizione mediatica. Mi hanno discriminato per la cattiva pubblicità che mi è stata fatta". E così è tornato a vivere in Italia. "A breve dovrei cominciare un nuovo lavoro a Milano", spiega a iene.it. E attacca: "Nessuno mi ha chiesto scusa, nessuno ha tentato di riabilitare la mia immagine. Neanche le istituzioni, che mi hanno negato il risarcimento che ho chiesto (per l'ingiusta detenzione, ndr.)con la vergognosa dichiarazione che in qualche modo questa cosa me la sia cercata". (Segue). bdr 141718 Giu 2019
Milano, 14 giu. (LaPresse) – Sollecito è stato in carcere quattro anni, dal 6 novembre del 2007 al 3 ottobre del 2011. Ma non ha ottenuto il risarcimento per ingiusta detenzione perché secondo la Cassazione aveva fornito "affermazioni menzognere e diffamatorie", così da rafforzare negli inquirenti "la prospettiva del suo coinvolgimento" che ha causato la sua carcerazione in via cautelare. "Tutto quello che ho fatto fino ad oggi lo devo a me e alla mia famiglia", spiega Sollecito a Le Iene. "Non ai media, non allo Stato, e questo nonostante sia stato assolto… Per me questa cosa è vergognosa". E contro la stampa rincara la dose: "Da allora non credo più a quello che dice. Con me c'è stato il desiderio di fare ascolto e il desiderio di fare propaganda alle indagini della Procura".