Tra gli atti depositati un audio della soubrette dominicana: "Voglio dire la verità". Nei faldoni anche una lettera alla pm Boccassini: "Il mio legale si rifiuta di accompagnarmi da lei"

Slitta all'1 luglio il processo Ruby ter. Lo hanno deciso i giudici della settima sezione penale del Tribunale di Milano, dopo che il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio hanno depositato sei faldoni di documenti e prove in cui, tra l'altro, emergerebbe già nel 2014 la volontà di Marysthell Polanco di patteggiare. Tutto materiale che le difese degli imputati hanno chiesto di poter analizzare nel dettaglio. Istanza che i giudici hanno accolto, decidendo di fissare una nuova udienza il mese prossimo.

Tra gli atti è finito anche un audio di Polanco, una delle 'olgettine' spesso ospite nella residenza dell'ex premier Silvio Berlusconi ad Arcore, che nel 2014 parlando con il legale dell'epoca diceva di voler dire la "verità" sulle 'cene eleganti'. Nella registrazione la dominicana chiedeva di poter patteggiare:  "Non voglio soldi, non voglio case, voglio patteggiare e pulirmi". Spunta poi una una lettera indirizzata al procuratore aggiunto Ilda Boccassini, che all'epoca si occupava dell'inchiesta sulla giovane marocchina e sulla sua presenza ad Arcore. "Gentile Ilda Boccassini, scrivo queste due righe perché vorrei un incontro con lei o con qualcuno di competenza. Il motivo per cui scrivo è perché il mio avvocato si è rifiutato di accompagnarmi a rilasciare una dichiarazione spontanea, appunto sul caso Ruby", si legge nella missiva della soubrette, che all'epoca era difesa dall'avvocato Andrea Buondonno.

Il materiale è stato ritrovato dalle forze dell'ordine svizzera casa della donna in Svizzera durante una perquisizione eseguita su rogatoria e fa parte dei sei faldoni di documenti che i pm hanno chiesto di depositare nel corso del processo Ruby ter.

 

 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata