L'uomo l'aveva aiutata a superare una fase di anoressia ne aveva conquistato la fiducia e si era "impadronito" della sua vita. Arrestato anche un complice
Ridotta in schiavitù per oltre un ventennio, approfittando della sua fragilità emotiva. È quanto accaduto a una giovane donna, ora 40enne, residente nella Piana di Gioia Tauro. Ha trovato la forza di denunciare alla polizia i soprusi subiti, scanditi da violenze fisiche, sessuali e morali, facendo arrestare i suoi due aguzzini. R.R., 70 anni di Cittanova (RC), è finito in carcere con le accuse di riduzione in schiavitù e stalking, quest'ultimo reato in concorso con F.R.D., 55 anni di Polistena (RC), messo ai domiciliari.
A gennaio la donna si è rivolta al commissariato di Gioia Tauro e ha reso il suo lungo e sofferto racconto, che avrebbe poi trovato risconto nelle indagini coordinate dai sostituti Gianluca Gelso della Dda di Reggio Calabria e Davide Lucisano della Procura di Palmi. Tutto è cominciato nel 1998, quando la vittima, allora ventenne, ha conosciuto in un centro per anziani della Piana di Gioia Tauro R.R. che, presentandosi come sociologo, si offriva di aiutarla a curare una forma di anoressia di cui era affetta. L'uomo ha conquistato la fiducia dell'intera famiglia della giovane, dimostrandosi generoso e protettivo anche verso tutti gli altri componenti e accreditandosi come massone, con numerosi agganci tra le forze dell'ordine, la politica, la magistratura e il clero. Approfittando della sua fragile condizione psicologica, era riuscito a condizionare e a gestire l'intera vita della donna, non solo con violenze fisiche, ma in particolare creando una vera e propria situazione di soggezione psichica che annullava la sua volontà, obbligandola a subire rapporti sessuali e vessazioni di ogni genere.
Per anni ha vissuto col timore delle possibili ripercussioni se non ne avesse assecondato le richieste. Dalle investigazioni è emerso che R.R. avrebbe anche costretto la donna a un'interruzione di gravidanza con un'operazione clandestina, condotta senza alcuna precauzione. Dal 2017, poi, R.R. insieme a F.R.D aveva iniziato a seguire in auto la vittima, minacciandola anche di morte, aspettandola sotto casa e controllando ogni suo spostamento, facendola vivere in uno stato continuo di ansia e di paura.
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