Napoli, bimbo ucciso. Gip convalida fermo del patrigno: omicidio aggravato

La telefonata all'ambulanza sarebbe arrivata due ore dopo la tragedia

Omicidio volontario aggravato da futili motivi e lesioni aggravate: per questi motivi il gip del Tribunale di Napoli Nord, Antonino Santoro, ha convalidato il fermo del pm e ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Tony Essobti Badre, 24 anni, accusato di aver ucciso il piccolo Giuseppe di Cardito (Napoli) e di aver causato lesioni alla sorella Noemi, domenica scorsa. 

Tony Essoubti Badre "ha ammesso le proprie responsabilità e ha chiarito alcuni punti oscuri" della tragedia di domenica scorsa, in cui è rimasta ferita anche la sorellina di 8 anni di Giuseppe. Il giovane, secondo quanto fatto sapere dall'avvocato Michele Coronella, ha ammesso di aver "usato la scopa e preso a bastonate, calci e pugni i bambini". "È una follia pura che si è tramutata in tragedia. Il movente – ha spiegato l'avvocato – sarebbe stato il fatto che i bambini avevano rotto la sponda del letto che lui aveva acquistato con sacrifici". "Bisogna vedere se a livello di pregresso ci fosse qualcosa" con la compagna 31enne, Valentina Casa, madre dei bambini: "non è che andavano tanto d'accordo", ha aggiunto il legale.

La madre di Giuseppe, 7 anni, morto domenica scorsa a Cardito (Napoli), è intervenuta e ha cercato di fermare il compagno Tony Essoubti Badre. Poi però dal momento della tragedia, quando l'uomo ha picchiato a morte il figlio della convivente, alla chiamata dell'ambulanza sono passate ben due ore. A raccontarlo è lo stesso 24enne, interrogato dal gip del Tribunale di Napoli Nord.

Due ore di buco dall'aggressione alla chiamata dell'ambulanza – Il giovane avrebbe raccontato di essere andato prima in una farmacia e poi in un'altra per prendere delle pomate, mentre il sangue sarebbe stato asciugato con degli asciugamani. Il 24enne, sul cui conto il giudice dovrebbe decidere entro stasera, ha poi detto che è andato a cercare un mezzo di fortuna e ha fatto una telefonata alla sorella. "Se avessi avuto la mia macchina, l'avrei portato in ospedale", sarebbe il rimpianto di Badre. Secondo l'avvocato, la madre dei bimbi e il compagno, presenti entrambi al momento della tragedia e provenienti da un contesto descritto come degradato, non avrebbero pensato subito di chiamare l'ambulanza. Intanto, "bisogna vedere che cosa dirà l'autopsia per capire se c'era spazio per salvare il bambino", ha sottolineato ancora il legale a proposito di un possibile "buco" di due ore fra il momento dell'aggressione e la chiamata dell'ambulanza.

Perizia psichiatrica – La richiesta di una perizia psichiatrica "potrebbe essere una delle possibilità, vedremo", così l'avvocato Michele Coronella. "Non si è fermato dopo due colpi, si è fermato quando ha fatto male. È andato oltre l'immaginabile, la testa è partita", ha aggiunto l'avvocato. Davanti al gip del Tribunale di Napoli Nord, a suo dire, ha reso "una confessione piena. Lui sta recuperando le energie mentali, piange e si ribella a se stesso. Vedi un morto vivente, uno strazio umano. Man mano che si va avanti, è così: è una tragedia anche per lui oltre che per il bambino morto", ha concluso il legale.