La fabbrica 'ghetto' di via Tiburtina 1040 a Roma è occupata da tempo da richiedenti asilo, romeni e italiani
Alla fine le ruspe sono arrivate anche nella fabbrica dell'ex Penicillina, un agglomerato di edifici sulla Tiburtina, a Roma, diventato negli anni casa e ricovero di senza tetto, profughi, richiedenti asilo ma anche di italiani finiti ai margini. Una serie di scheletri di cemento armato, ricettacolo di rifiuti e una vera e propria bomba chimica. Perché in quell'anfratto di emarginati c'è amianto, ma anche ciò che resta di farmaci come penicillina, appunto e antibiotico.
Da lì, prima che si spargesse la voce dello sgombero, sono fuggiti almeno 500 persone. Infatti polizia, carabinieri, vigili urbani e vigili del fuoco hanno trovato 'solo' 40 persone. Sul posto è arrivato, a sgombero quasi avvenuto, il ministro dell'Interno Matteo Salvini. "Orgoglioso di questo intervento di legalità, pulizia e sicurezza atteso da anni – ha detto – Era un punto di spaccio e rifornimento per buona parte della città. Aggressioni, rapine, accoltellamenti, furti e violenze erano all'ordine del giorno. Le poche decine di persone regolari e realmente bisognose saranno prese in carico dalle istituzioni. I 35 rintracciati questa mattina nella struttura sono stati portati in questura per accertamenti: in caso di irregolarità saranno espulsi. Gli altri sono e saranno individuati, seguiti e identificati ovunque si trovino. È un altro giorno all'insegna dell'ordine e della legalità".
La testimonianza di uno degli occupanti: "Disposti a spostarci in un'alternativa dignitosa"
Lo sgombero si è concluso, in tarda mattinata, senza nessun incidente e senza nessuna criticità. Alcuni dei migranti si sono riversati sulla Tiburtina con i trolley. Il Campidoglio ha assicurato accoglienza grazie "a un lavoro integrato tra i vari livelli istituzionali e le associazioni che operano sul territori". Salvini invece ha già annunciato "nelle prossime settimane sono già previsti altri sgomberi a Roma e in tante altre città italiane"