Cinquecento lavoratori dell'edilizia ligure e piemontese sotto il ministero dei Trasporti . Tensione, poi il ministro accetta l'incontro

Cinuqecento lavoratori dell'edilizia ligure e piemontese hanno protestato questa mattina sotto le finestre del ministero dei Trasporti. Motivo, il mancato sblocco dei lavori del quinto lotto del terzo valico ferroviario tra Liguria e Piemonte. I soldi (circa un miliardo) ci sono ma Danilo Toninelli ne ha bloccato il trasferimento perché intende fare prima un’analisi del rapporto costi-benefici. Ma 400 lavoratori rischiano il licenziamento immediato se il governo non sblocca i cantieri nei quali dovrebbero lavorare 2300 persone.

Il terzo valico è una linea ferroviaria veloce dedicata alle merci che collega Genova (e il porto) a Tortona e all’interporto di Novi Ligure. L'opera (della cui necessità si parla da anni) è considerata una priorità assoluta per i collegamenti merci con l’Europa orientale e s'inserisce nel Corridoio Reno-Alpi. Senza il terzo valico, il porto di Genova rischia di trovarsi tagliato fuori da questa linea strategica. I lavori (deliberati e finanziati) sono iniziati nel 2013 e finiranno nel 2021. Adesso sono fermi e c'è anche il rischio che vengano bloccati definitivamente nel caso di una valutazione negativa del rapporto costi-benefici.

Sotto il ministero dei Trasporti, all'inizio della via Nomentana, all'altezza di Porta Pia, i lavoratori hanno protestato con durezza chiedendo a Toninelli un incontro che, finora, il ministro si era sempre rifiutato di concedere. I dirigenti sindacali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno trattato per tutta la mattina, ci sono anche stati momenti di tensione fortunatamente rientrati. Alla fine, Toninelli ha deciso di incontrare una delegazione di lavoratori.

Secondo quanto riferito dal Ministero, Toninelli ha colto l'occasione dell'incontro per ribadire che, pur comprendendo la loro inquietudine, gli allarmismi fin qui sollevati sarebbero infondati perché sia i fondi già stanziati con delibera Cipe per il V lotto che l'accordo raggiunto tra Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) e Cociv (Consorzio Collegamenti Integrati Veloci) garantiscono il proseguimento dei lavori per la realizzazione del Terzo valico senza interruzioni e senza ipotesi di licenziamenti. D'altro canto il Ministro ha ricordato che l'analisi costi-benefici sull'opera terminerà tra poche settimane e che quindi presto si potrà fare chiarezza definitivamente sul futuro dell'opera e dei lavoratori.

La risposta del ministro non ha assolutamente convinto i lavoratori. "Un incontro che non sposta nulla – spiega Fabio Marante, segretario della Fillea Cgil ligure – Da una parte Toninelli dice che non dobbiamo preoccuparci e che i lavori del quinto lotto andranno avanti senza licenziamenti, dall'altra conferma che la continuazione dei lavori è subordinata alla valutazione costi/benefici. E se la valutazione costi/benefici finisse per dare un risultato secondo loro negativo, che senso avrebbe continuare i lavori. Cosa facciamo? Andiamo avanti fino a gennaio e poi lasciamo l'opera incompiuta?". Marante si dichiara "profondamente preoccupato": "Non siamo venuti a Roma solo per averla vinta sull'incontro col ministro che da tempo sfuggiva al confronto. L'abbiamo detto, al ministro. Quello che importa è che il Paese ha bisogno di infrastrutture per stare al passo con i tempi. La valutazione costi/benefici è già stata fatta da tempo. Chi capisce di logistica, di merci e trasporti, sa benissimo che il Terzo Valico è fondamentale. Questi vanno avanti con due totem: la valutazione costi/benefici e, se non funziona, il licenziamento, tanto c'è il reddito di cittadinanza. Ma noi siamo pronti a andare fino in fondo a questa storia".

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