Lo scorso anno in Italia le vittime accertate sono state 617. Diminuiscono gli infortuni al Nord
Sono 568 i morti sui luoghi di lavoro dal 1° gennaio al 9 ottobre 2018. Con i morti sulle strade e in itinere sono già morti oltre 1.060 lavoratori, secondo i dati raccolti dall'Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro di Bologna. L'ultimo episodio è avvenuto a Villa Sesso, in provincia di Reggio Emilia, dove un operaio di 42 anni è morto nell'esplosione di un silos all'interno dell'ex inceneritore Iren.
Aumento rispetto al 2017 – Lo scorso anno in Italia si è toccato il minimo storico di morti bianche dal 1951, con 617 vittime accertate (-2,8% rispetto al 2016 e -25% rispetto al 2012). I dati registrati nei primi mesi del 2018, rilevano invece un aumento rispetto agli anni precedenti. Secondo un rapporto Inail presentato al 31 agosto, tra gennaio e agosto sono state presentate all'Istituto 419.400 denunce di infortunio sul lavoro (0,6% rispetto allo stesso periodo del 2017), 713 delle quali con esito mortale (+4,5%). L'aumento è dovuto soprattutto all'elevato numero di decessi avvenuti nel mese di agosto di quest'anno rispetto all'agosto 2017 (92 contro 51), alcuni dei quali causati da incidenti 'plurimi', ovvero quelli che causano contemporaneamente la morte di due o più lavoratori. Secondo l'Inail, nei primi otto mesi di quest'anno si è registrato un decremento dello 0,6% nella gestione Industria e servizi (da 333.736 a 331.802 casi) e del 2,9% in Agricoltura (da 22.292 a 21.651), mentre il dato del Conto Stato è rimasto sostanzialmente stabile (da 65.941 a 65.947).
Diminuiscono gli infortuni al Nord – L'analisi territoriale evidenzia un decremento delle denunce di infortunio sul lavoro nel Nord-Ovest (-0,1%), al Centro (-2,3%) e nelle Isole (-2,9%), un lieve aumento nel Nord-Est (+0,2%) e una sostanziale stabilità al Sud. Tra le regioni con i maggiori decrementi si segnalano la Provincia autonoma di Trento (-8,7%), la Sardegna (-3,8%) e l'Abruzzo (-3,5%), mentre gli incrementi maggiori sono quelli rilevati in Friuli Venezia Giulia (+4,0%), nella Provincia autonoma di Bolzano (+2,9%) e in Molise (+2,5%). Il decremento rilevato nel confronto tra i primi otto mesi del 2017 e del 2018 è legato soprattutto alla componente femminile, che registra un calo dell'1,4% (da 150.241 a 148.067), rispetto al -0,1% di quella maschile (da 271.728 a 271.333). La diminuzione ha interessato gli infortuni dei lavoratori italiani (-1,8%) e di quelli comunitari (-0,7%). Per i lavoratori extracomunitari, invece, l'aumento è stato del 7,9%. Dall'analisi per classi d'età emergono decrementi per i lavoratori tra i 30-44 anni (-4,3%) e tra i 45-59 anni (-1,6%). Viceversa, i lavoratori fino a 29 anni e quelli della fascia compresa tra i 60 e i 69 anni registrano un aumento pari, rispettivamente, al +3,5% e al +5,4%.
Dati per provincia – Secondo l'Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, organismo di monitoraggio nato nel 2008 dopo le tragiche morti degli operai arsi vivi nell'altoforno della Thyssen di Torino, nel dettaglio delle regioni aggiornato a oggi, 9 ottobre, è di 58 morti in Veneto, 49 in Lombardia, 47 in Campania, 44 in Emilia Romagna, 43 in Piemonte, 42 in Toscana, 33 in Sicilia, 27 nel Lazio, 24 in Puglia, 23 in Calabria, 23 in Abruzzo, 18 in Liguria, 11 in Sardegna, 13 in Trentino Alto Adige, 10 nelle Marche, 10 in Friuli Venezia Giulia, 8 in Umbria, 6 in Basilicata, nessuno in Valle d'Aosta.
I controlli nelle aziende – Il quadro che emerge dai dati rilevati dall'Osservatorio indipendente e dall'Inail non tiene conto di tutti gli incidenti che avvengono nelle zone 'grigie' della manovalanza clandestina che sfuggono a classifiche e controlli. Per combattere il fenomeno, nel corso del 2017, l'Inail ha verificato 16.648 aziende di cui l'89,43% è risultato essere fuori norma. In totale, 49.772 lavoratori, di cui 45.802 irregolari e 3.970 'in nero', sono stati regolarizzati.