La giornata dedicata agli anziani si celebra in Italia dal 2005. Uno su tre aiuta il bilancio domestico. Boom di ultracentenarie
Festa dei Nonni, istituita per la prima volta il 31 luglio 2005. Negli Stati Uniti esiste invece dagli anni '70, dopo la richiesta al presidente Jimmy Carter di Marian McQuade, una casalinga della West Virginia che aveva quaranta nipoti. Non c’è una data fissa universalmente riconosciuta: si festeggia, di solito tra settembre e ottobre, ma da qualche hanno la celebrazione ha preso piede anche in Europa.
Papa Francesco ripete spesso che i nonni, 12 milioni solo nel nostro Paese, sono tra le figure più importanti della nostra società, che non devono essere trascurati in quella che spesso diventa una "cultura dello scarto", assolutamente da combattere. E anche la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ha voluto porgere i suoi auguri sottolineando questo aspetto: "La festa di oggi ha un grande valore simbolico. I nonni rappresentano una risorsa insostituibile per le famiglie nella crescita dei figli e hanno un ruolo fondamentale per la società. Più di tre milioni di nonni si occupano dei nipoti contribuendo alla loro formazione. Attraverso i nonni si attua una fruttuosa continuità educativa fra le generazioni, perché non si può costruire il futuro se non si hanno solide radici nel passato".
Un punto importante anche per il ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti: "Auguri a tutti i nonni! La loro festa ci ricorda quanto siano importanti per la crescita dei nostri giovani e delle nostre famiglie. Ai miei, indimenticabili, devo davvero molto. Mi hanno trasmesso esperienze e valori che mi hanno consentito di affrontare momenti belli e momenti difficili. I nonni sono angeli custodi e colonne portanti della famiglia. Buona #festadeinonni a tutti!"
Un nonno su tre aiuta il bilancio familiare. La presenza dei nonni nell'economia di delle famiglie italiane è importantissima. Come spiega Coldiretti in più di una famiglia su tre (37%) i nonni aiutano il bilancio domestico e la loro presenza viene considerata positiva anche per il contributo affettivo e sociale che offrono ogni giorno. La presenza di un pensionato in casa viene considerata dal 37 per cento degli italiani un fattore determinante per contribuire al reddito familiare nonostante il 63,1% dei pensionati prenda meno di 750 euro al mese secondo dati Inps, mentre il 35 per cento guarda ai nonni come un valido aiuto per seguire i bambini fuori dall'orario scolastico.
C'è poi un 17 per cento che ne apprezza i consigli e l'esperienza ed un 4 per cento che si avvantaggia del loro sostegno lavorativo a livello domestico. Solo un residuo 7 per cento considera i pensionati un peso o un ostacolo. Come nella migliore tradizione agricola la presenza degli anziani fra le mura di casa è quindi quasi sempre considerata un valore aggiunto all'interno di un welfare familiare che deve fare i conti sia con la gestione delle risorse economiche disponibili sia con quella del tempo e dei figli in situazioni dove molto spesso entrambi i genitori lavorano e sono fuori casa la maggior parte della giornata.
La presenza dei nonni è sempre più importante anche rispetto alla funzione fondamentale di conservare le tradizioni alimentari e guidare i più giovani verso abitudini più salutari nelle scuole e nelle case. Uno stile nutrizionale basato sui prodotti della dieta mediterranea come pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari che ha consentito – continua Coldiretti – una speranza di vita tra le più alte a livello mondiale pari a 80,6 per gli uomini e a 85 per le donne.
Le nonne sono le più longeve. Sono le nonne a vincere il record di longevità in Italia con oltre 13mila ultracentenarie su un totale di 15.647, in pratica 8 su 10 fra chi ha superato il secolo di esistenza. È quanto emerge da un'elaborazione dell'Unione europea delle cooperative Uecoop su dati Istat. Se si considera invece il peso totale degli ultracentenari rispetto al resto della popolazione troviamo al primo posto la Liguria con lo 0,47 per mille, a seguire il Molise con lo 0,36 e al terzo posto il Friuli Venezia Giulia con lo 0,35 per mille rispetto a una media nazionale dello 0,26 per mille. Mentre i valori più bassi si registrano in Trentino Alto Adige e in Campania con lo 0,18 per mille entrambi, in Basilicata con lo 0,21 per mille e in Sicilia con lo 0,22 per mille.
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