L'inchiesta della Procura e della Finanza. Il presidente della Regione "ha influenzato pesantemente le scelte gestionali delle Asl"
Trenta arresti a Matera, tra cui il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella. Sono coinvolti nell'inchiesta della Procura di Matera e della Guardia di finanza contro la Pubblica amministrazione. Il governatore si trova agli arresti domiciliari nella sua casa di Lauria, in provincia di Potenza. Precisamente, Pittella "ha influenzato pesantemente le scelte gestionali delle aziende ospedaliere lucane nell'ambito dei concorsi per le assunzioni, interfacciandosi direttamente con i dirigenti" tra cui "in primis il direttore generale dell'Asm" di Matera che "intrattiene anche significativi rapporti con altre figure politiche di spicco e religiose", ha spiegato il procuratore della Repubblica di Matera, Pietro Argentino, durante la conferenza stampa sull'operazione della Guardia di finanza di Matera, su delega della Procura della Repubblica, che ha portato a misure cautelari nei confronti di 30 persone, due delle quali si trovano in carcere, 20 ai domiciliari e 8 colpite da obbligo di dimora
Sono indagati a vario titolo per reati contro la Pubblica amministrazione, tra cui abuso d'ufficio, rivelazione aggravata di segreti d'ufficio, corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, falso ideologico, truffa aggravata e continuata, turbata libertà degli incanti ai danni di Asl di Matera.
Gli inquirenti di Matera, nel corso delle indagini, hanno riscontrato "una pluralità di gravi episodi" da parte di dirigenti delle aziende sanitarie della Basilicata e pugliesi "che evidenziavano un condizionamento della sanità pubblica da parte di interessi privati e logiche clientelari e politiche", ha spiegato il procuratore Argentino.
Le indagini sono partite dalla denuncia di un ex dipendente della cooperativa Croce Verde Materana, che "evidenziava irregolarità contributive da parte del datore di lavoro" per il servizio di trasporto degli infermi "svolto a suo dire da personale non assunto". A seguito della denuncia i pm hanno delegato alla Finanza il compito di "ricostruire le fasi dell'appalto esaminando tutta la documentazione inerente", per verificare "abusi in capo alla stazione appaltante per irregolarità contributive e retributive". L'esame della documentazione, ha spiegato il Procuratore, ha permesso di "acclarare gravi indizi di reato" per il tentativo di truffa da parte dei titolari della cooperativa verso l'ente pubblico, attraverso la creazione di una nuova società "sovrapponibile alla prima e con denominazione sociale confondibile (Croce Verde Matera anzichè Materana)". Usando un'attestazione falsa del dirigente amministrativo dell'ospedale Madonna delle Grazie "con un'inesistente autorizzazione alla nuova società", i titolari della coop "tentano di indurre in errore l'Asl sull'esistenza di continuità aziendale" eludendo così "il divieto per le irregolarità contributive della prima ditta appaltatrice" che avrebbe portato alla sospensione dei pagamenti da parte della stazione appaltante.
Sulla base di questi gravi indizi, gli inquirenti hanno avviato intercettazioni telefoniche e video-ambientali anche su dirigenti e figure apicali dell'ente pubblico. "Da un lato le intercettazioni fornivano pochi elementi di novità rispetto alla ricostruzione documentale dell'appalto", ha spiegato il procuratore, "dall'altro consentivano di svelare una pluralità di nuovi e più gravi episodi" da parte di dirigenti delle aziende sanitarie della Basilicata e pugliesi "che evidenziavano un condizionamento della sanità pubblica da parte di interessi privati e logiche clientelari e politiche".
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