La donna fu raggiunta da un colpo di pistola alla testa mentre era appartata con il boss Demetrio Lo Giudice

È stata uccisa per sbaglio dopo aver fatto da scudo all'uomo con cui era in macchina. Ne sono convinti gli investigatori che questa mattina hanno fatto scattare le manette per 4 persone, tra cui il killer di Fortunata Fortugno, la 48enne che lo scorso 16 marzo, a Reggio Calabria, è stata uccisa mentre era in auto con Demetrio Lo Giudice, 53enne ritenuto elemento di spicco dell'omonima cosca della 'Ndrangheta, rimase ferito a un braccio durante l'agguato. L'operazione denominata 'De Bello Gallico' è scattata su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, con gli investigatori della Squadra Mobile reggina.

Tra i quattro arrestati c'è Paolo Chimenti, ritenuto l'esecutore materiale dell'omicidio, figlio 28enne di Pasquale, assassinato in un agguato il 15 febbraio del 2018. Dopo una serie di riscontri scientifici e con l'aiuto delle telecamere di video sorveglianza, le indagini hanno portato anche al fermo di altre tre persone, Mario Chindemi, zio del presunto killer, Santo Pellegrino e Ettore Corrado Bilardi.

Gli uomini, tutti italiani, sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di omicidio e tentato omicidio, pluriaggravati anche da metodo mafioso, associazione mafiosa, detenzione e porto in luogo pubblico di armi da fuoco clandestine, danneggiamento aggravato mediante esplosione di colpi di arma da fuoco, furto aggravato e detenzione illegale di segni distintivi e oggetti in uso ai Corpi di Polizia. Fondamentali per la risoluzione del caso sono state le immagini acquisite dagli impianti di videosorveglianza pubblici e privati nonché le attività di intercettazione ambientale locale e veicolare.

Nel corso di una conversazione ambientale captata in macchina, gli indagati – fra i quali Paolo Chimenti – facevano riferimento alla circostanza che la donna si stava voltando per guardare indietro quando è stata colpita, al fatto che la stessa sia morta per colpa dell´uomo con cui era in macchina, al quale aveva sostanzialmente fatto da scudo, salvandogli la vita. In un'altra conversazione ambientale, il presunto killer confessava di aver commesso un omicidio. Chiuso il cerchio, sono scattate le manette.

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