L'ex governatore della Lombardia colpevole per il lavoro a Mara Carluccio, ma assolto per il viaggio a Tokyo di Maria Grazia Paturzo

Raccomandazioni per far ottenere a due ex collaboratrici dei tempi del Viminale, Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo, un nuovo lavoro e "pressioni" per far partecipare nel giugno del 2014 la Paturzo, che era stata assunta come temporary manager da Expo e alla quale era legato da "una relazione sentimentale", a un viaggio promozionale a Tokyo a spese della società.

Sono queste le accuse al centro del processo, nato dall'inchiesta Finmeccanica e celebrato davanti alla quarta sezione penale del Tribunale di Milano, che vedeva imputati l'ex governatore lombardo Roberto Maroni, il capo della sua segreteria politica Giacomo Ciriello, Andrea Gibelli, allora segretario generale del Pirellone e la sua ex collaboratrice Mara Carluccio, che nel frattempo era stata assunta dalla partecipata dal Pirellone, Eupolis. Le accuse a vario titolo erano di turbata scelta del contraente e induzione indebita. Per questa vicenda il collegio presieduto da Maria Teresa Guadagnino ha condannato Maroni a 1 anno e a una multa di 450 euro per il reato di turbata libertà nella scelta del contraente, per il suo ruolo di "sponsor" e "ispiratore" di Mara Carluccio, che ha ottenuto un contratto con Eupolis, ente di Regione Lombardia, che lei stessa si sarebbe "ritagliata in base alle sue competenze". Assolto, invece, "perchè il fatto non sussiste" dall'accusa di induzione indebita per aver esercitato pressioni perchè l'altra sua ex collabratrice Maria Grazia Paturzo alla quale, per l'accusa, era legato da una "relazione affettiva" partecipasse a una tappa del tour per promuovere Expo a Tokyo, nel giugno del 2014.

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