É accusato di abuso d'ufficio per aver affidato direttamente alla Mantovani spa la fornitura del valore di 4,3 milioni di euro di 6mila alberi per il sito di Rho Pero

La Procura Generale di Milano ha depositato alla Corte d'Appello il ricorso contro il proscioglimento del sindaco di Milano e ex commissario unico di Expo, Giuseppe Sala. É accusato di abuso d'ufficio per aver affidato direttamente alla Mantovani spa la fornitura del valore di 4,3 milioni di euro di 6mila alberi per il sito di Rho Pero. Il proscioglimento per Sala (già a processo anche per falso ideologico e materiale) è stato deciso dal gup Giovanna Campanile lo scorso 29 marzo. I giudici della seconda Corte d'Appello, presieduti da Giuseppe Ondei, dovranno decidere se confermare il non luogo a procedere o al contrario rinviare a giudizio il sindaco.

Per i sostituti pg Vincenzo Calia e Massimo Gaballo Sala, in qualità di ex numero uno di Expo, ha travalicato i limiti dei suoi poteri di deroga (poteri che aveva ottenuto con la nomina da parte del governo a  commissario unico per l'Esposizione Universale) applicandoli in maniera impropria quando nel 2013 ha deciso di affidare senza alcuna gara la fornitura del verde. In sostanza, Sala con quella decisione avrebbe violato l'articolo 57 del codice degli appalti, che prevede che le deroghe possano essere applicate ai servizi ma non alle forniture. La sua sarebbe stata in pratica una sorta di "deroga della deroga" messa in atto, secondo i sostituti Pg, violando la normativa italiana ed europea in materia. Gaballo e Calia hanno anche evidenziato che da parte di Sala c'era  "dolo intenzionale" nel commettere l'abuso d'ufficio in concorso con l'ex manager di Expo, Angelo Paris.

Su posizioni opposte, invece, il gup Campanile che aveva prosciolto Sala perché a suo avviso non c'era stata "nessuna delle violazioni di legge indicate dall'accusa" che avesse "trovato conferma alla luce di valutazioni in punto di diritto o di fatto" e dunque non si poteva ravvisare alcuna violazione perché l'operato del primo cittadino  "ha trovato pieno riscontro nelle determinazioni del Cda" di Expo in relazione "alla questione delle essenze arboree".

In un passaggio delle motivazioni della sentenza, il giudice "reputa che anche ove si voglia sostenere che Sala abbia operato nella pura veste di amministratore delegato" di Expo "e non già, come preferibile, di commissario unico, non può ravvisarsi alcuna violazione" della legge "poiché il suo operato ha trovato pieno riscontro nelle determinazioni del Cda, coinvolto nella questione del essenze arboree sin dal fallimento" di un primo bando "e consapevole e partecipe di tutti gli sviluppi e decisioni a riguardo".

"In sintesi – si legge ancora nelle motivazioni – nessuna delle violazioni di legge indicate dall'accusa ha trovato alcuna conferma alla luce di valutazioni in punto di diritto o di fatto e, pertanto, non si ritiene utile l'esperimento della fase dibattimentale che nulla potrebbe aggiungere o immutare a queste conclusioni, data la completezza delle indagini che induce a escludere l'emersione di nuovi e contrari elementi di prova. Spetta quindi a questo giudice di dichiarare il non luogo a procedere nei confronti dell'ingegner Paris e del dottor Sala perché il fatto non sussiste".
 

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