Sgominata una banda che organizzava estorsioni su persone che frequentavano siti di incontri: 17 arresti

Era stato ricattato da un sedicente ispettore della polizia postale dopo aver pubblicato annunci sul web a sfondo sessuale, non ha retto al peso e si è tolto una vita. I carabinieri di Nuoro in collaborazione con i comandi provinciali di Torino, Vercelli e Catania, hanno indagato 21 persone (di cui 2 in carcere, 14 ai domiciliari, 1 agli obblighi di dimora e 4 a piede libero), accusate di truffe ed estersioni online.

L'indagine è nata dalla morte del giovane nuorese. I due anziani genitori si sono rivolti ai carabinieri per fare luce sulle ragioni che hanno portato il ragazzo a togliersi la vita. I militari di Nuoro hanno raccolto una serie di elementi sui profili social del giovane, approfondendo le attività svolte su alcuni siti d'incontri. Il giovane, prima di togliersi la vita, ha versato ai truffatori quasi 5.000 euro. La Procura ha ipotizzato a carico del promotore dell'associazione criminale il reato di morte come conseguenza di altro reato. Per tutti gli indagati è stato disposto anche il sequestro conservativo di beni mobili o immobili per un corrispondente di 100.000 euro.

I militari, tracciando il movimento del denaro estorto e delle comunicazioni informatiche tra la vittima e il suo aguzzino, sono riusciti a risalire al personaggio principale dell'associazione dedita alle estorsioni e truffe online. Si tratta di un 39enne, piemontese ma di origine sarda, con precedenti specifici, che si presentava alle sue vittime come matricola ER432, ispettore Marco Gigliotti della polizia postale di Roma. E' il promotore, l'organizzatore e il capo di una associazione a delinquere, radicata a Torino e Vercelli, composta da 21 persone con ruoli e compiti ben definiti, che opera estorsioni e truffe in tutto il Nord Italia. Il modus operandi della banda criminale consisteva nel contattare gli inserzionisti dei più noti e utilizzati siti d'annunci commerciali e di incontri. Attraverso la captazione dei profili social e l'acquisizione di informazioni personali degli inserzionisti la vittima veniva contattata dal sedicente ispettore Gigliotti e persuasa dell'esistenza a suo carico di una denuncia/querela che poteva ritorcersi sulla vita privata e lavorativa dell'inserzionista. Il truffatore, una volta conquistata la fiducia della vittima presentava la possibilità che l'inesistente azione penale potesse essere archiviata con il pagamento di una multa tramite bonifici su PostPay e, in caso di ingenti somme, che arrivano anche ai 20.000 euro, in contanti.

La raccolta di elementi di riscontri, effettuata in 4 mesi di intercettazioni e riscontri documentali, ha fatto emergere un imponente numero di vittime, circa 600 quelle contattate dall'associazione. In 45 casi documentati i malviventi sono riusciti a intascare uno o più pagamenti. Le vittime venivano dissanguate una volta che si rendevano disponibili al primo pagamento, con pressanti e reiterate richieste di denaro. 

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