Previsto l'interrogatorio di garanzia all'insegnante del liceo Massimo, ora sospeso dal servizio
Si terrà nella mattinata, a Regina Coeli, davanti alla giudice Annalisa Marzano, l'interrogatorio di garanzia a Massimo De Angelis, l'insegnante del liceo Massimo, ora sospeso dal servizio, arrestato martedì con l'accusa di abusi e molestie su una studentessa quindicenne. Due mesi, tanto è durato l'incubo della giovane vittima. I genitori, leggendo alcuni messaggi sul telefono della ragazza, insospettiti dallo strano comportamento a scuola e nei loro confronti, sono arrivati a scoprire, anche per stessa ammissione della figlia, il calvario che la giovane subiva da settimane. Teatro della violenza un'aula del prestigioso istituto del quartiere Eur diversa da quella dove si svolgeva la normale attività scolastica, nella quale il professore teneva lezioni private.
Sul caso è intervenuta la ministra Valeria Fedeli: "Chi viene giudicato colpevole dopo il procedimento disciplinare, sarà comunque licenziato – ha assicurato in un'intervistata dal Corriere della Sera – Un docente che ha molestato una studentessa non può rimanere al proprio posto. Non sfugge infatti a nessuno che nel particolare e delicato rapporto che si instaura tra docente e discente ci sono dei limiti che non possono mai essere varcati. È anche questione di etica professionale. È intollerabile che gli autori di queste violenze siano coloro ai quali le famiglie affidano i proprio figli e le proprie figlie".
Ha dei dubbi, invece, il ministro della giustizia Andrea Orlando parlando a Circo Massimo su Radio Capital: "Licenziare professori accusati di molestie anche se non condannati? Ho delle perplessità, soprattutto a livello costituzionale".
Per Fedeli "ci vogliono verifiche accurate ma rapide, il procedimento disciplinare da parte dell'Ufficio scolastico regionale e poi, se c'è colpevolezza, la sanzione, sempre la più grave perché c'è un rapporto asimmetrico di forza oggettiva del professore nei confronti degli alunni". E se "non tutte le infrazioni disciplinari hanno rilievo penale", "nei limiti della legge Madia sul pubblico impiego va messa l'aggravante per tutte le molestie nei confronti dei minori".
A mettere fine agli abusi sono stati gli agenti della polizia del commissariato Viminale, diretto da Giovanna Petrocca, che raccolta la denuncia di uno dei genitori hanno, insieme alla procura di Roma, avviato le indagini. Su delega del sostituto procuratore Stefano Pizza, la giovane è stata ascoltata in procura, in audizione protetta. Subito dopo è iniziata l'attività di indagine da parte degli investigatori, anche di carattere tecnico, dalla quale è risultata fondata l'accusa degli atti sessuali compiuti dall'insegnante nei confronti della ragazza. Martedì gli agenti hanno dato esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare in carcere, per l'uomo ritenuto responsabile del reato di atti sessuali con minorenne.
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