Le misure sono scattate oltre che in Italia anche in Francia e Spagna
Si chiama Zhang Nai Zong, 58 anni, detto anche 'l'uomo nero', quello che viene considerato il 'capo dei capi' della mafia cinese in Italia. E' tra le 33 persone che sono state arrestate nel corso di un blitz contro la mafia cinese scattato all'alba nell'ambito dell'inchiesta denominata 'China truck', condotta dalla polizia e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze.
A carico dei 33 destinatari della misura cautelare in carcere, emessa dal gip di Firenze Alessandro Moneti, l'accusa di 416 bis, ovvero l'associazione mafiosa, e altri reati; sono 21 gli indagati a piede libero, di cui 10 sempre per associazione a delinquere di stampo mafioso e 11 per altri reati. La maggior parte dei provvedimenti è scattato a Prato: 25 indagati, di cui 16 arrestati e 9 denunciati a piede libero. Otto gli arrestati a Roma, dove sono 10 gli indagati. A Milano e Padova sono state arrestate due persone, mentre tra Firenze e Pisa gli indagati a piede libero sono 7. Altre 4 persone si trovavano invece già in carcere per altri motivi e due sono i soggetti di origine cinese arrestati in Francia, dove ci sono anche altri due indagati. Due destinatari del provvedimento si trovano attualmente in Cina.
Nell'ambito dell'indagine è anche stato disposto il sequestro di 8 società, 8 veicoli, due immobili e una sessantina tra conti correnti e deposito titoli, per un valore di diversi milioni di euro. Cuore dell'attività criminale sarebbe un'azienda di autotrasporti di Prato. Partendo da lì nel 2011, le indagini si sono ramificate e hanno alzato il velo su un'organizzazione che gestisce bische clandestine, prostituzione, droga, locali notturni e il commercio delle merci contraffatte. Gli investigatori della squadra mobile di Prato hanno indagato su più di un omicidio in Italia e all'estero.
Il gruppo criminale aveva la disponibilità di armi e con metodi 'mafiosi' aveva ottenuto il monopolio in Europa del traffico su strada delle merci di origine cinese. Era composta da soggetti originari di due regioni della Cina, lo Zhejiang e il Fujian, e operava oltre che in Italia anche a Parigi, Neuss, in Germania e a Madrid. Al vertice, appunto, Zhang Nai Zong, residente in un elegante condominio a Roma, dove è stato arrestato, ma con interessi economici prevalentemente a Prato, incluse due aziende di trasporto mediante le quali era stato in grado di schiacciare le imprese concorrenti.
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