Lassù a Farindola, tutto è rimasto come un anno fa. I rilievi vanno piano. I parenti vogliono ricordare. Fiaccolata e messa

Giovedì prossimo Farindola ricorda. In realtà non ha mai dimenticato quella tragedia che a distanza di un anno è ancora viva. Il pomeriggio del 18 gennaio dello scorso anno una valanga travolge l'hotel Rigopiano e uccide 29 persone ospiti della struttura.

Oggi l'impronta della slavina, che è scesa con la forza di quattromila tir a cento all'ora, è ancora lì: è un buco che in questi giorni si vede ancora meglio a causa della neve. E sembra un buco dell'inferno che ti viene incontro nel viaggio verso le macerie. Un tragitto di otto chilometri che un anno fa era un muro di neve alto quasi due metri scalato come una montagna da soccorritori.

Ora l'albergo Rigopiano è un cimitero: macerie, ghiaccio e silenzio. Per una beffa del destino l'unica cosa rimasta in piedi e ben visibile è l'insegna sulla quale i familiari delle vittime, come in un sacrario, hanno messo la foto dei loro familiari morti con la scritta 'mai più'.

L'area è ancora sotto sequestro e, come una scena sinistra che si ripete, la neve ha di nuovo ricoperto i detriti. Il passato tragico rimarrà lì ancora per molto: l'inverno sta bloccando i rilievi che riprenderenno con la primavera. Il tempo della giustizia non è quello del dolore: per ora tutto rimane immobile e tragico.

Il Comitato delle vittime che riunisce superstiti e familiari degli scomparsi, ha organizzato una giornata di commemorazione, con la collaborazione della Pro Loco di Penne (Pescara) e il patrocinio del Comune di Penne. La mattinata del 18 gennaio 2018, si aprirà con un momento di raccoglimento e preghiera, in forma privata, davanti al punto in cui sorgeva l'Hotel.

A seguire, alle 10.30, partendo dal bivio Mirri di Farindola, con una fiaccolata, il corteo giungerà fino alla chiesa parrocchiale per assistere alla messa celebrata dall'arcivescovo di Pescara, Tommaso Valentinetti, a Farindola, in ricordo delle 29 vittime.  Nel pomeriggio, alle 14.30, all'interno del Palazzetto dello Sport di Penne, diventato la base dei soccorritori durante i giorni della tragedia, monsignor Valentinetti benedirà le 29 piante di leccio (una per ogni vittima e che saranno poi sistemate nei pressi della Cittadella dello Sport) dando così inizio alla commemorazione.

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