Incendi, l’allarme di Coldiretti: “15 anni per ricostruire boschi in fiamme”

I vigili del fuoco e volontari ancora al lavoro in Valsusa. Cala il vento, situazione in miglioramento

Superata l'emergenza ci vorranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi andati a fuoco con danni all'ambiente, all'economia, al lavoro e al turismo. E' quanto stima la Coldiretti in riferimento agli incendi che hanno colpito il Nord Italia, dal Piemonte alla Lombardia, spinti dal vento, dalla siccità, dall'incuria e dall'abbandono dei boschi divenuti facile preda dei piromani. Intanto, i vigili del fuoco e volontari ancora al lavoro in Valsusa, devastata dagli incendi, ma oggi la situazione sembra essere in miglioramento, con il vento in calo.

"Il fuoco – sottolinea la Coldiretti – divampa tra la vegetazione secca con pesanti effetti dal punto di vista ambientale dovuti alla perdita di biodiversità (distrutte piante e uccisi animali) e alla distruzione di ampie aree di bosco che sono i polmoni verdi del Paese e concorrono ad assorbire l'anidride carbonica responsabile dei cambiamenti climatici. Nelle foreste andate a fuoco – precisa la Coldiretti – saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna, dei tartufi e dei piccoli frutti, ma anche quelle di natura hobbistica come i funghi che coinvolgono decine di migliaia di appassionati".

Un costo drammatico, secondo Coldiretti, che l'Italia è costretta ad affrontare perché "è mancata l'opera di prevenzione nei boschi che, a causa dell'incuria e dell'abbandono, sono diventati infatti vere giungle ingovernabili. Siamo di fronte – spiega la Coldiretti – all'inarrestabile avanzata della foresta che senza alcun controllo si è impossessata dei terreni incolti e domina ormai più di 1/3 della superficie nazionale con una densità che la rende del tutto impenetrabile ai necessari interventi di manutenzione, difesa e sorveglianza". Secondo l'associazione "è praticamente raddoppiata rispetto all'Unità d'Italia la superficie coperta da boschi che oggi interessa 10,9 milioni di ettari, ma sono alla mercé dei piromani la maggioranza dei boschi italiani che, per effetto della chiusura delle aziende agricole, si trovano ora senza la presenza di un agricoltore che possa gestirli". Per difendere il bosco italiano occorre creare le condizioni affinché si contrasti l'allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che occorre cogliere le opportunità offerte dalla legge di orientamento che invita le pubbliche amministrazioni a stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di attività funzionali "alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale".

I DANNI DEGLI INCENDI 1) Costo degli interventi per emergenza 2) Perdita di biodiversità per danni alla fauna e alla flora con boschi di querce, di faggio, di castagno, di cerro ma anche funghi ed erbe aromatiche. 3) Impedite nelle aree a fuoco tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna, dei tartufi e dei piccoli frutti, ma anche quelle di natura hobbistica come i funghi che coinvolgono a settembre decine di migliaia di appassionati. 4) Difficoltà per turismo e agriturismo per calo delle presenze nelle aree coinvolte (Fonte: Elaborazioni Coldiretti).

La situazione di oggi sembra migliorata rispetto ai giorni scorsi. "A Mompantero situazione decisamente cambiata. Grazie all'incessante lavoro della notte stamattina il fuoco si può definire sotto controllo, le persone in giornata potranno cominciare a verificare le proprie abitazioni, l'aria è tornata discreta", ha scritto su Facebook Antonio Ferrentino, consigliere regionale del Pd, già sindaco di Sant'Antonino di Susa. "Continueranno i lanci con aerei ed elicotteri per colpire gli ultimi focolai e continuerà il lavoro delle squadre, ma il contesto è decisamente cambiato", ha aggiunto.