Morto dopo trapianto di cuore: indagati 5 medici a Milano e Roma

All'uomo è stato trapiantato il cuore di una persona annegata che avrebbe avuto dei difetti

La Procura di Milano ha indagato 5 medici dell'ospedale San Raffaele di Milano e del San Camillo di Roma nell'ambito dell'inchiesta sul presunto errore nel trapianto di cuore a un paziente 60enne morto un anno fa nell'ospedale romano.

L'indagine, che per un anno è stata seguita dalla Procura di Roma, dopo l'estate è stata affidata al pm di Milano Antonio Cristillo. Secondo i pm romani, il decesso del 60enne sottoposto a trapianto potrebbe essere la conseguenza di una valutazione errata da parte dell'equipe medica del San Raffaele, che aveva espiantato l'organo a un 42enne morto per annegamento in piscina. Tesi che il pm Cristillo sta approfondendo, anche attraverso un "accertamento irripetibile" per analizzare il cuore e valutare se, come sostenuto dai consulenti della Procura di Roma, l'organo avesse delle lesioni tali da precludere la riuscita del trapianto.

Proprio per permettere loro di partecipare all'accertamento nominando dei consulenti, come atto dovuto, i nomi dei cinque medici coinvolti nell'operazione sono stati iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo. Si tratta di Stefano Gerosa, responsabile dell'ambulatorio rischio cardiologico e della preparazione intereventi chirurgici del San Raffaele, e la collega Alessandra Laricchia. Nel registro degli indagati sono stati iscritti anche Mariano Feccia e Marzia Cottini, entrambi del reparto di cardiochirurgia e trapianti del San Camillo, insieme alla collega Alessandra Iaiza, tecnica perfusionista in servizio presso il nosocomio romano.

Il pm Cristillo ha nominato 4 consulenti, le parti ne hanno indicati altri 8. La relazione finale verrà consegnata agli inquirenti entro l'8 gennaio.