"Facile prendersela con sindaci, ma con codice rosso tutto sarebbe cambiato", dice il pentastellato

Livorno è in ginocchio. La furia del nubifragio che ha colpito la città toscana nella notte tra sabato e domenica ha spazzato via quasi per intero la famiglia Ramacciotti. Quattro di loro, Roberto, di 65 anni, il figlio Simone, di 37 – titolari di un'agenzia di assicurazioni a Empoli – con la moglie Glenda Garzelli, di 35, e il figlioletto della coppia Filippo, di 4 anni. Dormivano nel seminterrato di una palazzina in viale Nazario Sauro, ma l'acqua esondata dal Rio Ardenza, a pochi metri dalla via, ha completamente inondato il palazzo, fino quasi al primo piano.

Con loro, al momento, ci sono altre tre vittime sicuramente causate dal maltempo. In via della Fontanella, ha perso la vita Raimondo Frattali, 70 anni, mentre la moglie e la figlia si sono salvate salendo sul tetto. Roberto Vestuti, 74 anni, è stato ritrovato senza vita a Montenero, in via Sant'Alò. Ed è stato rinvenuto oggi in un giardino invaso dal fango, nella zona di Antignano, il corpo della donna di 34 anni che risultava dispersa da ieri in seguito all'alluvione. Della donna si erano perse le tracce nella notte tra sabato e domenica, quando un'onda anomala aveva travolto la sua abitazione di via Garzelli, nella zona collinare della città toscana. Filippo Meschini era stato invece trovato vivo a due chilometri di distanza dalla loro abitazione. Poi c'è anche una vittima per incidente stradale non necessariamente morta per il maltempo. Sale così a sette il numero delle vittime accertate. Continuano le ricerche dell'altro disperso, Gianfranco Tampucci, che viveva in via D'Alò. "La situazione è drammatica", denuncia il primo cittadino Filippo Nogarin, che ha subito chiesto lo stato di calamità.

Intanto, scoppia la polemica a distanza tra Nogarin e il governatore Enrico Rossi. "Io già lo so, ora mi metteranno in croce, poi chissà interverrà anche la Procura…Facile prendersela sempre con i sindaci, no? Lo dico al governatore Rossi e a tanti altri. Eppoi io sono brutto e cattivo, sono dei Cinque Stelle. Ma per fortuna sono anche un buon rugbista, perciò certi attacchi non mi spaventano", ha dichiarato il sindaco di Livorno in un'intervista al 'Corriere della sera'. L'accusano di aver sottovalutato l'allerta diramato dalla Protezione civile regionale. "Non è vero. La scorsa settimana, per esempio, qui scattò un altro allerta arancione e noi subito ci attrezzammo con le idrovore e tutto il resto. Poi, però, non cadde una goccia d'acqua. L'allerta arancione per noi è la normalità, tante volte ci siamo trovati a riceverlo. Diverso sarebbe stato se fosse stato allerta rosso", sottolinea.

APPROCCIO DIVERSO. "Di sicuro sarebbe cambiato l'approccio e avremmo mandato sms a tutta la città – risponde Nogarin – Ma il problema vero è che sta cambiando il clima. Sempre più tropicale, imprevedibile, con eventi straordinari. Sabato c'è stato l'allarme rosso in Liguria e non è caduta una goccia d'acqua. Noi abbiamo avuto l'emergenza siccità fino all'altro ieri e poi stanotte sono caduti 250 mm d'acqua, cioè la pioggia che abbiamo avuto da gennaio a oggi. Uno tsunami. Altro che allerta arancione!". "La Protezione civile mi ha informato via sms che era stata attivata la macchina operativa. Che altro poteva fare? Ma adesso io non starei qui a scaricare le colpe sulla catena degli interventi, a dire chi deve pulire i fiumi e i fossi o che la casa travolta fu costruita dove, un tempo, scorreva il Rio Maggiore. Dobbiamo pensare a cambiare i modelli, non a rincorrere sempre l'emergenza". Qualcuno del governo l'ha chiamata? "Sì, il ministro Galletti: sarà qui a breve – risponde –  Il premier Gentiloni ha sentito il governatore Rossi. Ma basta polemiche è il giorno del lutto. Guardo il cielo con ansia, gli esperti dicono che pioverà ancora".

ROSSI: LAVORARE SU PREVENZIONE. "È inaccettabile che per un temporale intenso, ma ormai usuale a causa dei cambiamenti climatici, possano morire sei persone e due siano ancora disperse. Bisogna lavorare sul piano prioritario della prevenzione e su quello della manutenzione  Ma bisogna anche lavorare sugli interventi di protezione civile. Un codice arancione è un codice di allerta che prevede gli eventi che si sono verificati a Livorno". Con queste parole, questa mattina su facebook, il presidente della Toscana, Enrico Rossi, ritorna sulle polemiche relative al livello di allerta per l'ondata di maltempo che ha causato la devastazione di Livorno.

"La differenza principale con il codice rosso – spiega Rossi – riguarda il reticolo idraulico delle possibili esondazioni. Rosso è il codice delle possibili esondazioni legate al reticolo idraulico primario: Arno, Serchio ecc; Arancione è il codice legato a possibili esondazioni del reticolo idraulico secondario, come appunto è avvenuto a Livorno".

"Inoltre – spiega – in Toscana si è chiarita anche la responsabilità della manutenzione, spettando al genio civile della Regione la manutenzione del reticolo idraulico primario e ai consorzi di bonifica riformati quella del reticolo secondario". Il governatore ribadisce che "codice arancione e codice rosso sono entrambi codici di allerta" e che "per spiegare questi concetti, la protezione civile regionale ha svolto incontri con le amministrazioni locali e ha costruito e distribuito una app scaricabile sul telefonino che informa in tempo reale dell'evoluzione della situazione e che, quando i pluviometri e gli idrometri superano certi livelli, lancia l'allarme per gli addetti ai lavori, amministratori e tecnici, con il suono della sirena: la app è gratuita e visitabile e scaricabile da CFR Toscana".

Rossi ricorda poi che "la Regione inoltre ha emanato linee guida per gli interventi da effettuare in caso di allerta di codice arancione e codice rosso", sottolinea che "spetta alle autorità locali decidere le misure da assumere per far fronte alla situazione, facendo le dovute valutazioni" e che."alcune misure minime, come avvertire i cittadini con sms o telefonate, come alcuni sindaci fanno, con un sistema dai costi contenuti o come la messa in sicurezza dei sottopassi e delle zone più a rischio, sono comunque da consigliare".

Proseguendo nella spiegazione delle procedure che si attivano in caso di allerta, il presidente della Regione aggiunge: "Altre misure, come la chiusura delle scuole o emanare alla popolazione messaggi di evacuazione, sono invece da valutare caso per caso e tenendo conto degli orari e delle situazioni locali, le quali devono essere previste nei piani comunali di protezione civile".
Riferendosi ad altre situazioni di allerta, Rossi, rileva che "i codici arancione sono stati in Toscana l'anno scorso circa quindici e in genere in un anno non vanno oltre venti. Non è una perdita di tempo né un 'gridare al lupo' attivarsi in rapporto alla situazione una ventina di volte in un anno, graduando l'intensità delle iniziative".
Infine, assicura che "per quando ci riguarda, come Regione ci impegneremo ancora di più per diffondere la consapevolezza tra i cittadini e le autorità locali che quanto accaduto a Livorno non è più così 'straordinario', che può accadere ancora e che dobbiamo attrezzarci, reagire, non lasciarci travolgere e mettere in campo tutte le iniziative che tutelino la vita delle persone".

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