Maxi operazione della guardia di finanza di Napoli. Coinvolto l'ex assessore e consigliere regionale Pasquale Sommese

Vasta operazione del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Napoli che, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, hanno eseguito 69 ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di amministratori locali, funzionari pubblici, imprenditori, professori universitari, commercialisti, ingegneri e 'faccendieri'. Sono accusati, a differente titolo, di corruzione ed altre gravi irregolarità nelle gare di appalto pubblico realizzate in varie province campane, talvolta anche al fine di agevolare organizzazioni criminali di stampo camorristico.

Tra questi risultano l'ex assessore al Turismo e ai Beni Culturali della Regione Campania – Pasquale Sommese e il presidente della Fondazione Banco di Napoli, Daniele Marrama.

Delle 69 persone 30 sono state sottoposte alla custodia cautelare in carcere, 36 agli arresti domiciliari, una all'obbligo di presentazione quotidiana alla PG e 2 alla misura dell'interdizione dai pubblici uffici per un anno. Le accuse sono 13 reati di corruzione e 15 reati di turbativa d'asta, in alcuni casi aggravati dalla finalità di agevolare l'organizzazione criminale di stampo camorristico denominata clan dei Casalesi (gruppo Schiavone-Russo e gruppo Zagaria), nonché, in tre casi, di partecipazione al clan dei Casalesi e di concorso esterno nell'associazione su indicata.

L'operazione rientra nell'ambito di una più ampia attività di indagine riguardante 18 procedure di affidamento di lavori di committenza pubblica, gestite da Enti pubblici delle province di Napoli (Mostra d'oltremare, Comuni di Casoria, Pompei e San Giorgio a Cremano, Istituto scolastico E. Medi di Cicciano), Caserta (Consorzio Sannio Alifano, A.Di.S.U. della Seconda Università degli Studi di Napoli, Comuni di Alife, Casapulla, Riardo, Francolise, Calvi Risorta e Rocca D'Evandro) e Benevento (Cerreto Sannita), destinatari di finanziamenti nazionali e comunitari.

Le indagini hanno permesso di far emergere la sistematica operatività di un gruppo di 'colletti bianchi' in grado di incidere in maniera determinante sull'aggiudicazione di gare di appalto in favore di imprese 'predesignate', alcune delle quali riconducibili a soggetti vicini alla criminalità organizzata e, precisamente, al clan dei Casalesi. Nel dettaglio, i responsabili degli enti interessati ad una contribuzione regionale si rivolgevano a un professionista napoletano, l'ingegner Guglielmo La Regina perchè garantisse agli stessi il finanziamento dell'opera, sfruttando le sue personali conoscenze negli ambienti politici all'interno della Regione Campania.

L'ex assessore regionale al Turismo e ai Beni Culturali, Pasquale Sommese si impegnava, a sua volta, a garantire il finanziamento dell'opera e in cambio otteneva denaro o sostegno elettorale; talvolta, Sommese indicava espressamente il nominativo dell'imprenditore che avrebbe poi dovuto eseguire i lavori pubblici e che egli stesso aveva fatto finanziare. In questa ulteriore fase, lo stesso professionista napoletano s grazie agli accordi con esponenti dei vari Ordini professionali di Napoli e Caserta, riusciva a far inserire nelle commissioni di gara soggetti a lui vicini e consenzienti, i quali, a loro volta, veicolavano l'aggiudicazione dei pubblici bandi alle ditte che erano state ai medesimi segnalate; tutto ciò, in cambio di dazioni e di promesse di somme di denaro e di altre utilità in favore di Sindaci, di funzionari degli enti appaltanti e dei commissari di gara o attraverso il conferimento di incarichi professionali in altre procedure pubbliche.

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