Tra gli altri, presenti anche Don Antonio Mazzi ed Emilio Fede

 "Siamo qui per pregare per Fabo, perché il Signore lo incontri". Centinaia di persone sono arrivate alla chiesa di Sant'Ildefonso di Milano per l'ultimo saluto a Fabiano Antoniani, conosciuto come Dj Fabo, il 40enne rimasto cieco e tetraplegico dopo un incidente in auto, scomparso lo scorso 27 febbraio in una clinica in Svizzera. Dj Fabo ha scelto di ricorrere al suicidio assistito per uscire da una vita che per lui era "una notte senza fine". La cerimonia non è una messa, ma "un momento di raccoglimento e preghiera, voluto dalla madre e dalla sorella", ha spiegato il parroco, don Antonio Suighi. Nella sala piena hanno preso posto i familiari di Fabiano Antoniani e la fidanzata Valeria, oltre agli amici e a decine e decine di persone venute a omaggiarlo. Tra gli altri, presenti anche Don Antonio Mazzi ed Emilio Fede. Con Marco Cappato, tesoriere dell'associazione 'Luca Coscioni' e accompagnatore di Dj Fabo nel suo ultimo viaggio in Svizzera, è arrivata anche Mina Welby. "Questa volta la chiesa ha fatto un atto pubblico di accoglienza", ha detto la moglie di Piergiorgio Welby, a cui non fu concesso il funerale in chiesa.

"Sono convinto che l'indagine nei confronti di Marco Cappato per la morte di Dj Fabo verrà archiviata dai magistrati con tre righe. Il nostro ordinamento, infatti, prevede due reati: l'istigazione al suicidio e il concorso in omicidio. Ma in questo caso, Cappato non ha contribuito né a formare la volontà di Dj Fabo né a determinare materialmente la sua morte. Quindi non c'è alcun reato. Oltretutto l'attività che Cappato avrebbe svolto è stata svolta non Italia, ma all'estero, e quindi lui dovrebbe rispondere alla legge svizzera, che non prevede reati in questa fattispecie". E' quanto dichiara l'avvocato Giuseppe Campeis, legale della famiglia Englaro, commentando la vicenda di Fabiano Antoniani, durante il suo intervento a LexFest, il festival nazionale dedicato alla giustizia e agli operatori del diritto e dell'informazione in corso a Cividale del Friuli fino al 12 marzo.
 

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