La denuncia di Roberto Alfonso all'inaugurazione dell'anno giudiziario
"L'amministrazione della giustizia resta al collasso". Il procuratore generale di Milano Roberto Alfonso lancia l'allarme in un passaggio della sua relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario. Il mancato adempimento agli obblighi imposti dal ministro della Giustizia, spiega il pg, "non consente al sistema di rispondere adeguatamente alle esigenze del cittadino; rallenta le aspettative delle imprese; non rende competitivo il Paese; non consente di uniformarsi al dettato costituzionale della ragionevole durata del processo; rende difficoltoso il rispetto del principio dell'obbligatorietà dell'azione penale per l'inadeguatezza delle risorse". Uno dei principali problemi è la carenza di organico dei togati: "Non è lungimirante mantenere un sistema che consente l'accesso in magistratura all'età media di trenta anni, ossia superiore di molti anni rispetto al passato. Ciò è servito soltanto ad allontanare dalla magistratura giovani brillanti che hanno preferito indirizzarsi verso altre professioni che aspettare il concorso per accedere in magistratura; senza dire che il sistema vigente esclude dalla magistratura quei giovani che provengono da famiglie non abbienti, che non possono permettersi di attendere mediamente cinque anni prima di accedere in magistratura. Tutto ciò non è accettabile perché costituisce una discriminazione dal punto di vista sociale ed economico".
La giustizia è al collasso mentre la situazione nel capoluogo lombardo desta preoccupazione per l'infiltrazione della criminalità organizzata di stampo mafioso sul territorio. Vedi il caso di Fiera di Milano, che per Alfonso rappresenta un fatto "assai grave per la città". "Occorre infondere nuovamente al cittadino la fiducia, intesa come sentimento di sicurezza che si prova nei confronti degli altri componenti di una comunità e verso chi la rappresenta. Quando si spegne la giustizia si spezza il rapporto di fiducia fra istituzioni e cittadino, condizioni minime di convivenza civile, si mette a rischio la stessa libertà di un Paese e la sua democrazia".
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata