"Paola Muraro è iscritta nel registro degli indagati dal 21 aprile 2016". Queste le parole del presidente della commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, Alessandro Bratti, in apertura dell'audizione della sindaca di Roma Virginia Raggi e dell'assessore all'Ambiente Paola Muraro a palazzo San Macuto. "Informo – ha annunciato – la commissione di aver indirizzato alla procura di Roma una richiesta formale per conoscere se la dottoressa Muraro sia persona sottoposta a indagini da parte della procura e per quali reati e la procura ha risposto a riguardo che la dottoressa Muraro è stata iscritta nel registro degli indagati il 21 aprile 2016".
LEGGI ANCHE Pd attacca Raggi sulle nomine: Previti detta legge
Muraro replica però di averlo saputo "solo a luglio". "A fine luglio sono venuta a conoscenza di un 335 art.256 comma 4", afferma l'assessora, rispondendo alla domanda di Bratti se sapesse di essere iscritta nel registro degli indagati. "Io non ho avuto un avviso di garanzia. La domanda del giornalista era questa e io ho risposto", spiega inoltre Muraro, interrogata da Renata Polverini sul perché non abbia ammesso nelle interviste di essere indagata. "Ho chiesto di essere audita ai primi di agosto, non è stato possibile perché il pm era giustamente in vacanza, ho detto quindi al mio avvocato che voglio essere ascoltata. Il mio avvocato penalista mi ha messo in guardia dall'essere audita alla cieca. Ma io non ho niente da temere, anzi, ho molto da dire: quindi senz'altro andrò nei prossimi giorni dal pm", prosegue Muraro.
Stessa versione anche da parte della sindaca Raggi. "Io sono venuta a conoscenza di un fascicolo a suo nome nella seconda metà del mese di luglio e siamo in attesa di leggere le carte perché al momento non si sa ancora nulla". "E' una contestazione generica, non c'è nessun avviso di garanzia. Non appena ci saranno maggiori precisazioni, prenderemo provvedimenti". "Io non ho mai mentito, se mi avessero chiesto del fascicolo avrei risposto", conclude Raggi, spiegando inoltre di aver informato i vertici nazionali M5S sull'inchiesta.
Ieri l'avvocato Salvatore Sciullo, legale dell'assessora Muraro, aveva invece fatto sapere di non aver ricevuto "nessuna comunicazione ufficiale dalla Procura, nessuna notifica". "Siamo in attesa di conoscere – aveva aggiunto l'avvocato -. Prenderemo atto se così sarà, ma l'operazione verità di Paola Muraro va avanti, va avanti come programmato, domani c'è l'audizione in commissione" Ecomafie "e probabilmente ci saranno elementi utili anche per la procura e per avere un quadro completo e per fare immediatamente chiarezza".
PD ALL'ATTACCO. "Paola Muraro ha mentito. Sapeva da tempo di essere indagata e ha continuato, con sangue freddo, a sostenere di non sapere nulla di indagini della procura nei suoi confronti", dichiara Stella Bianchi, deputata e componente Pd nella Commissione sul Ciclo dei rifiuti.
"E sono indagini – continua – a quanto apprendiamo, su reati come traffico illecito di rifiuti, abuso d'ufficio, truffa, falso in atti pubblici. La Raggi sapeva? Non sappiamo se augurarci, per Roma, che la Raggi fosse connivente o talmente ingenua da non accorgersi di nulla". "Un avviso di garanzia non è di certo una condanna ma mentire a sangue freddo sulla propria condizione di indagata come ha fatto Paola Muraro è un atto di enorme gravità", conclude.
"Muraro di male in peggio. Da luglio era a conoscenza di essere indagata ma ha mentito. Se anche Raggi sapeva, tutti a casa e al voto", le fa eco Stefano Pedica del Pd. "Oramai – aggiunge Pedica – la situazione appare irrimediabilmente compromessa. Muraro, dopo aver mentito, ha il dovere morale di dimettersi. Ma se anche Raggi sapeva, allora e' giusto che anche il sindaco alzi bandiera bianca".