A rischio altri 1860 chilometri tuttora liberi e in buono stato di naturalità

Un quarto delle coste italiane – circa 2000 chilometri – negli ultimi 50 anni è stato cementificato, mentre 1860 chilometri sono ancora liberi e in buono stato di naturalità, anche se il rischio è che nei prossimi 30 anni l'intenso ritmo con cui vengono costruiti nuovi edifici a ridosso delle spiagge porterà alla nascita di oltre 40mila nuove costruzioni nella fascia di un chilometro dalla battigia. L'allarme arriva dal Wwf che ha pubblicato il dossier 'Italia: l'ultima spiaggia – Lo screening dei mari e delle coste della Penisola', una fotografia realistica del paesaggio del nostro territorio in prossimità dei mari.

Il quadro non è certo rassicurante e i numeri parlano chiaro: non soltanto 2000 chilometri di cemento, ma anche mari italiani che ospitano il 25% della piattaforma continentale italiana interessata da attività di estrazione degli idrocarburi (con 122 le piattaforme offshore attive e 36 istanze per nuovi impianti). L'Italia, inoltre, è il terzo Paese in Europa (dopo Olanda e Regno Unito) per quantità di merci containerizzate e l'attività di pesca è in caduta verticale, visto che il 93% dei nostri stock ittici è sovrasfruttato e proliferano gli impianti di acquacoltura (in 10 anni sono aumentati del 70%).

Il dossier del Wwf fotografa la situazione attuale e indica le aree più ricche dal punto di vista ecologico da cui partire per salvare i nostri mari: Mar Ligure e Arcipelago Toscano, il Canale di Sicilia, il Mare Adriatico settentrionale e Canale di Otranto-Mare Adriatico meridionale. E' qui infatti che si concentra la maggiore ricchezza delle nostre risorse marine e costiere. "La loro tutela – spiega il Wwf – ci porta sulla rotta di un'economia blu sostenibile insieme al contenimento significativo dei fattori di pressione e degli impatti ambientali a mare e a terra causati da uno sviluppo urbanistico che ha divorato 10 chilometri lineari di coste l'anno per 50 anni".

In che modo è possibile preservare queste aeree? Il Wwf chiede, in primo luogo, una moratoria della nuova edificazione nella fascia costiera, sino a quando non saranno approvati i piani paesaggistici in tutte le Regioni, e il blocco dei rinnovi automatici di tutte le concessioni balneari, come richiesto dalla Corte di Giustizia europea, sino a quando l'Italia non si doterà di una normativa che preveda l'obbligo di gara. Inoltre, il Wwf lancia un appello per uno stretto coordinamento operativo tra i Ministeri, le Regioni e i Comuni, non solo per migliorare la strategia nazionale marina, integrandola con i piani di gestione dello spazio marittimo, richiesti dall'Europa, ma anche per fare del Santuario internazionale Pelagos un'area di effettiva tutela dei cetacei, al di là dei confini dei singoli Stati (Italia, Francia e Principato di Monaco).

 

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