Bologna, 36 anni fa strage stazione. Oggi corteo contro terrorismi

Fu il più grave atto terroristico avvenuto in Italia con 85 morti e 200 feriti

Erano le 10.25 del 2 agosto 1980 quando una valigia piena di tritolo e T4 esplose nella sala d'aspetto della seconda classe stazione di Bologna, lasciando a terra 85 morti e 200 feriti. La deflagrazione colpì in pieno il treno Ancona-Chiasso, in sosta sul primo binario e fece crollare una trentina di metri di pensilina, oltre alle strutture sopra le sale d'attesa. La strage fu il più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra, al culmine della strategia della tensione. "Signori, non ho parole – disse l'allora presidente della Repubblica, Sandro Pertini, parlando con i giornalisti – siamo di fronte all'impresa più criminale che sia avvenuta in Italia". La città, guidata dal sindaco Renato Zangheri, si trasformò in una macchina dei soccorsi: medici, vigili del fuoco, forze dell'ordine, volontari lavorarono senza sosta per soccorrere i feriti, coprire le vittime e dare assistenza alle famiglia. L'autobus numero 37 si trasformò in un carro funebre. 

Le esequie si svolsero il 6 agosto, ma soltanto per sette vittime fu celebrato il funerale di Stato. Piazza Maggiore divenne il luogo delle contestazioni, fulcro della rabbia e del dolore della città. Il 17 agosto 'L'Espresso' uscì con un numero speciale sulla strage. In copertina un quadro a cui Guttuso diede lo stesso titolo che Francisco Goya aveva scelto per uno dei suoi 16 Capricci: "Il sonno della ragione genera mostri". Guttuso aggiunse soltanto una data: 2 agosto 1980. 

Per la strage di Bologna sono stati condannati in via definitiva i neofascisti Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, esponenti dei Nar, Nuclei armati rivoluzionari ma non sono mai stati individuati i mandanti.  Oggi nel capoluogo emiliano si terrà il tradizionale corteo del 2 agosto per "manifestare uniti contro ogni forma di terrorismo".