In Veneto, Lombardia, Emilia Romagna contaminazioni per il 70%. In Umbria e Toscana picchi oltre il 90%
I livelli di pesticidi nelle acque superficiali e sotterranee in Italia sono aumentati negli ultimi anni. È quanto si legge nel rapporto nazionale sui pesticidi nelle acque che fa riferimento a dati relativi al biennio 2013-2014, realizzato dall'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. In particolare, il rapporto evidenzia che i pesticidi sono presenti nel 63,9% delle acque superficiali (nel 2012 la percentuale era 56,9), a fronte di 1.284 punti di monitoraggio controllati. Nelle acque sotterranee sono risultati contaminati il 31,7% dei 2.463 punti analizzati (erano 31% nel 2012). Da tenere in considerazione che nelle acque superficiali 274 punti di monitoraggio (21,3% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali. Mentre in quelle sotterranee sono 170 i punti (6,9% del totale) che hanno concentrazioni superiori ai limiti.
DIFFUSA CONTAMINAZIONE. Il risultato complessivo indica un'ampia diffusione della contaminazione. I livelli sono generalmente più bassi nelle acque sotterranee, ma residui di pesticidi sono presenti anche nelle falde profonde naturalmente protette da strati geologici poco permeabili. Ispra sottolinea che in alcune regioni la contaminazione è molto più diffusa rispetto al dato medio nazionale. Le acque superficiali di Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, sono contaminate da pesticidi per il 70%, mentre si raggiungono punte del in Toscana (90%) e Umbria (95%). Nelle acque sotterranee la diffusione della contaminazione è particolarmente elevata in Lombardia (50%), Friuli (68,6%) e Sicilia (76%).
224 SOSTANZE DIVERSE. Nel corso delle misurazioni, sono state trovate 224 sostanze diverse, un numero sensibilmente più elevato degli anni precedenti (erano 175 nel 2012). Indice, scrive ancora l'Ispra, di una maggiore efficacia complessiva delle indagini. Le sostanze maggiormente rinvenute continuano a essere gli erbicidi, soprattutto a causa dell'utilizzo diretto sul suolo, spesso concomitante con i periodi di maggiore piovosità di inizio primavera, che ne determinano un trasporto più rapido nei corpi idrici superficiali e sotterranei. "Rispetto al passato – si legge nel rapporto – è aumentata notevolmente la presenza di fungicidi e insetticidi, soprattutto perché è aumentato il numero di sostanze cercate e la loro scelta è più mirata agli usi su territorio". Nel complesso la contaminazione è più diffusa nella pianura padano-veneta, ma questo anche perché le indagini sono generalmente più rappresentative nelle regioni del nord.
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