Trivelle, interviene al Cei: Discutere sul referendum

I vescovi invitano a ricordare enclica del Papa. E continua polemica su 'astensione' dei democratici, Grillo: "Pd trivella democrazia"

 "L'attenzione all'aspetto sociale ha portato i Vescovi a confrontarsi anche sulla questione ambientale e, in particolare, sulla tematica delle trivelle – ossia se consentire o meno agli impianti già esistenti entro la fascia costiera di continuare la coltivazione di petrolio e metano fino all'esaurimento del giacimento, anche oltre la scadenza della concessioni – concordando circa l'importanza che essa sia dibattuta nelle comunità per favorirne una soluzione appropriata alla luce dell'enciclica Laudato si' di papa Francesco". Così si legge nel documento finale del Consiglio Episcopale Permanente della Cei che si è chiuso oggi a Genova.

OGGI AL VIA CAMPAGNA PER SI'. Questa mattina, a Roma, in piazza del Pantheon, un flashmob organizzato dal Comitato nazionale "Vota SI' per fermare le trivelle" darà il via ufficiale alla campagna del referendum del 17 aprile sulle trivelle in mare. "Un mare nero" è il titolo del flash mob – cui parteciperanno cittadini e attivisti – che aprirà la campagna a un mese esatto dal referendum in cui si chiederà di votare sì "per evitare che le multinazionali del petrolio e del gas possano sfruttare le concessioni di cui già dispongono 'sine die', quindi senza alcun vincolo temporale e fino all'esaurimento dei giacimenti". Come si legge in una nota.

POLEMICA PD. Continua la polemica sull'indiscrizione che il Partito democratico lavori perché il referendum sulle trivellazioni non conquisti il quorum il prossimo 17 aprile. Beppe Grilo attacca: "Pd trivella democrazia e invita all'astensione dal voto". E su Twitter lancia l'hashtag #PdTrivellaDemocrazia.  Minoranza dem ancora in subbuglio: "Quando abbiamo recentemente chiesto di ripensare al doppio ruolo di segretario del Pd e presidente del Consiglio siamo stati tacciati di alimentare sterili polemiche. La vicenda del referendum sulle trivelle, invece, è lì a dimostrare che avevamo ragione noi. Un grande partito popolare come il Pd, che ha nel suo Dna la partecipazione dei cittadini, non può sostenere l'astensione: una scelta che rinnega la sua stessa storia e quella del centro-sinistra", scrive in una nota il senatore della minoranza Pd, Federico Fornaro.

D'ATTORRE (SI): BOICOTTAGGIO COSTA. "Il mancato accorpamento del referendum con le amministrative costerà agli italiani circa 350 milioni di euro. Una scelta irresponsabile che fa parte del boicottaggio del Pd nei confronti di questa consultazione referendaria. D'altronde questa maggioranza di governo, il cui programma non ha mai ricevuto alcuna legittimazione popolare, ormai mostra sempre meno rispetto per l'espressione della volontà dei cittadini, come dimostra la scelta di qualche giorno di ostacolare la ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico, voltando le spalle alla decisione votata da milioni di italiani nel referendum del 2011". E' quanto ha dichiarato il deputato di Sinistra Italiana Alfredo D'Attorre, intervenendo a TgCom 24.

BOCCIA: ASTENSIONE NON HA SENSO. "Se rimaniamo sull'astensione finirà che il Paese avrà alcune Regioni per il sì e alcune il no: e il Pd che fa? Fa il federalismo delle trivelle? Non ha senso: ha più senso dire o sì o no. Contiamoci in direzione: andranno alcuni in maggioranza, altri in minoranza e ci mettiamo la faccia sia nelle Regioni che vogliono le trivelle sia in quelle che non le vogliono. Il federalismo delle ragioni politiche non ha senso". Così in Transatlantico alla Camera Francesco Boccia in merito alla posizione del Pd sul referendum sulle trivelle. "Aspetto la direzione del Pd per dire la mia. In Puglia sanno come la penso. La soluzione non può essere la pancia né una scorciatoia", aggiunge in merito alla direzione del 21 marzo.