Omicidio Varani, il gip: non c’è stata premeditazione

Confermato il carcere. Il legale di Foffo: Il colpo ferale mortale è stato dato da Prato

Restano in carcere Manuel Foffo e Marco Prato, i due trentenni accusati dell'omicidio di Luca Varani avvenuto venerdì scorso in un appartamento del quartiere Collatino, a Roma. La decisione è stata presa dal gip Riccardo Amoroso che però ha escluso per i due l'aggravante della premeditazione. Gli interrogatori di garanzia si sono tenuti oggi nel carcere romano di Regina Coeli. Foffo, che ha confessato l'omicidio sabato, e Prato devono rispondere di omicidio premeditato aggravato dalla crudeltà, le sevizie e i futili motivi.

"Secondo il mio assistito il colpo ferale è stato dato dal suo amico Marco, ma direi che non cambia molto, se vogliamo essere seri e oggettivi", ha affermato il legale di Foffo, Michele Andreano, ospite a 'La Zanzara' su Radio 24. 

"Manuel è un consumatore abituale di cocaina, quello che si dice un cocainomane. In questa vicenda la cocaina ha avuto un ruolo fondamentale, senza non avrebbero ucciso", ha aggiunto l'avvocato. "Ne hanno acquistata 1.500, 1.800 euro in 2 giorni. Una quantità rilevante,  che unita ai superalcolici è una miscela esplosiva. Dopo la perizia tossicologica chiederò quella psichiatrica, per l'efferatezza del delitto. Magari possiamo arrivare all'infermità parziale. Se riusciamo a dimostrare che in quel momento non voleva un fatto così grave, magari evitiamo l'aggravante che può portare all'ergastolo, cioè la premeditazione".

Andreano aveva annunciato ieri in una conferenza stampa che il suo assistito è pentito per ciò che ha fatto e chiederà per lui una perizia psichiatrica. "Se ha assunto quantitativi di cocaina di quel livello e hanno bevuto superalcolici per due giorni ininterrottamente si capisce che gli effetti sono devastanti – dice Andreano – per cui dovremmo, anche per dovere difensivo, valutare se in quel momento erano in grado di intendere e di volere".  L'avvocato sostiene che Foffo sia pentito e voglia collaborare: "Questa mattina incontrerò il mio assistito, che comunque fin dal primo momento si è dimostrato pentito. Ha deciso di costituirsi, ha raccontato tutto quello che si ricordava al Pm, anche se era molto confuso". 

Intanto emergono nuovi agghiaccianti particolari sull'omicidio del ventitreenne che i due invitarono venerdì nella casa al decimo piano di via Igino Giordani, dove Foffo viveva. Luca Varani è stato sgozzato dai suoi aggressori prima di essere ucciso e con tutta probabilità il giovane non ha urlato né chiesto aiuto durante le sevizie proprio per le lesioni alla gola. Secondo quanto si apprende diversi tagli avrebbero strappato le corde vocali senza provocare la morte del giovane. Dopo averlo messo in condizione di non poter gridare il giovane è stato torturato e colpito più volte con coltelli da cucina e un martello. Decine di ferite fino all'ultima, decisiva, al cuore. Gli inquirenti, portati nella casa del massacro da Foffo dopo la confessione, hanno trovato il giovane con il coltello ancora conficcato nel petto.
Dopo aver ucciso il giovane, ha raccontato Foffo agli inquirenti, i due amici hanno dormito a fianco del cadavere per circa sei ore. Poi, nel pomeriggio di venerdì, hanno lasciato la casa e sono usciti per liberarsi degli abiti sporchi di sangue e del telefono cellulare della vittima.

Quella sera Prato si è fatto lasciare davanti a un albergo in zona piazza Bologna, dove il giorno dopo avrebbe tentato il suicidio ingerendo un mix di alcol e barbiturici, mentre Foffo è tornato nell'appartamento del massacro e ha dormito su un divano a pochi metri dal cadavere.
Il giorno dopo, sabato, Foffo si è confidato con il padre che gli ha consigliato di costituirsi. E' stato Foffo a portare i carabinieri nella casa dove il corpo martoriato di Varani giaceva da un giorno e mezzo. Nelle sei ore di interrogatorio seguite alla confessione, Foffo ha spiegato tra l'altro di aver avuto in passato istinti omicidi: "Avevo avuto l'intenzione di far del male a qualcuno – ha detto davanti agli inquirenti – Non so come questa idea maturava tra me e me. Anche se ho avuto il pensiero in passato, lo stesso è rimasto tale e non ho mai pensato che potesse concretizzarsi". Poi il racconto di quel giro in macchina, la notte tra giovedì e venerdì, prima di decidere di contattare Varani: "Quando eravamo in macchina non abbiamo portato a termine la nostra intenzione di fare male a una persona perché non abbiamo trovato nessuno – ha detto Foffo – Lo avremmo forse fatto se avessimo trovato quella persona. Non ricordo quanto tempo girammo in macchina ma so che non abbiamo fatto uso di cocaina durante la nostra uscita. Non ricordo cosa abbiamo fatto o se abbiamo incontrato qualcuno". I due tornarono nell'appartamento e a quel punto decisero di contattare Luca Varani che di lì a poco avrebbero massacrato.

Nei due giorni prima dell'omicidio altri due uomini erano entrati nell'appartamento e forse avevano preso parte al lungo festino dei due futuri assassini a base di alcol e cocaina. Secondo quanto raccontato da Foffo agli inquirenti, i due amici erano insieme da mercoledì, "ma non siamo stati sempre soli – ha detto Foffo – ricordo che è venuto anche un mio amico di nome Alex che avevo conosciuto mesi fa in una pizzeria sulla Tiburtina". In casa "venne anche un certo Giacomo, altro mio amico – ha aggiunto Foffo – Quando è venuto a casa eravamo sotto l'effetto di cocaina ma mantenevamo la lucidità. Invece quando è venuto Luca, sia io che Marco eravamo provati dall'uso prolungato di cocaina e quindi non più lucidi".