Centinaia le persone in coda per dire addio all'intellettuale scomparso venerdì sera all'età di 84 anni
Centinaia di milanesi si sono messi pazientemente in coda per dire addio ad Umberto Eco, scomparso ad 84 anni, dopo una lunga malattia, venerdì notte nella sua casa di Milano. Una coda silenziosa e composta, che si snodava fin dalla tarda mattinata in piazza del Cannone, davanti al Castello Sforzesco, alla quale si sono aggiunti per alcuni minuti anche Roberto Benigni e la moglie Nicoletta Braschi, prima di essere riconosciuti dagli organizzatori e accompagnati all'interno del cortile della Rocchetta, dove amici, colleghi di una vita, i rettori dell'Università di Bologna, dove ha insegnato fin dagli ani '60, il nipote Emanuele, hanno ricordato Umberto Eco con parole commosse, aneddoti e episodi.
Presenti, tra gli altri, i ministri dei Beni culturali, Dario Franceschini, e dell'Istruzione, Stefania Giannini, il direttore generale della Rai Antonio Campo Dall'Orto e la presidente Monica Maggioni, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, quello di Torino, Piero Fassino. Hanno partecipato anche i sindaci di Alessandria e del comune di Monteriggioni il paese delle Marche dove si trova la casa di campagna della famiglia Eco e di San Leo, nel Riminese, con i rispettivi gonfaloni.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella manderà, dopo il telegramma alla famiglia, una corona con corazzieri. Presenti anche Francesco Ubertini, rettore dell'Università di Bologna, ateneo in cui lo scrittore era professore emerito e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici e i suoi predecessori Ivano Dionigi e Fabio Roversi Monaco. I vertici dell'università bolognese hanno portato a Milano la toga dell'Alma Mater, dove Eco ha insegnato per oltre 40 anni.
Tra gli esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo, hanno ricordato Eco anche Moni Ovadia, il filosofo Gianni Vattimo, Furio Colombo che è stato suo compagno di corso all'università. Tra i presenti anche Gad Lerner, Francesca Balzani e il presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo.
SGARBI: CI HA VOLUTO BENE. "La sua grandezza ancora la dobbiamo capire. Per me era un amico e lo ringrazio di averci voluto così bene". Lo ha detto l'editrice e fondatrice de 'La nave di Teseo' Elisabetta Sgarbi, parlando della scomparsa di Eco al suo arrivo al Castello Sforzesco. Eco aveva abbracciato il nuovo progetto editoriale, abbandonando la casa editrice Bompiani, con la quale aveva pubblicato tutti i suoi libri. "Ci ha voluto bene con la sua scelta di fondare una casa indipendente- ha concluso – lui che avrebbe potuto andare ovunque ha creduto fortemente nell'idea e questo lo fa un uomo assoluto è completo".
DAL CORNO: DECIDEREMO COME RICORDARLO. "Questa cerimonia è un importante momento civile. Credo che bisognerà dialogare con la famiglia per capire quale sarà il modo migliore per ricordarlo anche con l'intitolazione di piazze, di strade dopo 10 anni dalla scomparsa. Milano dovrà dedicare un ruolo a Umberto Eco". Lo ha detto l'assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Dal Corno, che non ha escluso che tra un anno, come prevede la regola del Comune di Milano, Eco possa trovare posto al Famedio al Cimitero Monumentale, accanto ai grandi personaggi che hanno dato lustro a Milano. "Anche su questo stiamo seguendo un percorso di condivisione con la famiglia", ha sottolineato l'assessore.
COLOMBO: UNA LARGHEZZA DI ORIZZONTI. "Abbiamo vissuto accanto e in compagnia di una persona che ha dato a questo Paese e ai lettori del mondo un senso di larghezza di orizzonti", ha detto Furio Colombo, compagno e collega di università, sulla figura di Eco accademico e scrittore, intellettuale che ha "dedicato la sua vita a insegnare e lo ha fatto con una profondità che lo rendeva apprezzato e polilaureato". Colombo ha ricordato il viaggio insieme in Cina: "Il campus era pieno di una folla giovane. Ma nella sala della conferenza c'erano solo teste bianche, non volevano rischiare che un solo giovane lo potesse ascoltare. Un intero regime aveva fatto in modo che non lo si potesse ascoltare".
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