Milano, 11 dic. (LaPresse) – “Alexander è molto contento e il bambino cresce. Gli incontri sono molto tranquilli, anche se purtroppo brevi e organizzati in un luogo non troppo ameno come il carcere di San Vittore”. A dirlo è l’avvocato Valeria Barbanti, che assiste Alexander Boettcher e la mamma nel procedimento aperto dal tribunale dei minori sull’affidamento del figlio avuto con Martina Levato. Il piccolo, nato a Ferragosto, al momento è affidato al Comune di Milano e vive in una casa famiglia nel Comasco, ma i giudici hanno disposto una consulenza tecnica d’ufficio per accertare le capacità del nucleo familiare di accoglierlo e dei genitori – entrambi condannati in primo a 14 anni per l’aggressione con l’acido a Pietro Barbini e ora a processo per altri blitz punitivi – di crescerlo e educarlo.

“Quelli con il suo bambino sono incontri estremamente importanti per Alexander – ha aggiunto l’avvocato Barbanti – che quando non era presente in aula lo ha fatto proprio per non perdere” la possibilità di vedere il figlio. La paternità “sta responsabilizzando” il broker 30enne che “ce la sta mettendo tutta”, ha assicurato il legale. “Nessuno nasce genitore – ha proseguito – tutti imparano piano piano. Alexander come qualsiasi giovane padre sta imparando a conoscere il suo bimbo, a stargli accanto e a responsabilizzarsi”.

Lunedì prossimo inizieranno i lavori dei periti nominati dal collegio presieduto da Emanuela Gorra, che dovranno stabilire se il piccolo potrà essere affidato ai familiari oppure dovrà vivere con un’altra famiglia. Nel frattempo, i giudici dell’undicesima sezione penale, davanti ai quali si celebra il processo a carico di Boettcher sulle aggressioni a Savi e Carparelli non hanno ammesso la relazione dei servizi sociali di Milano, depositate nell’ambito del procedimento di adottabilità del figlio. A chiedere che il documento fosse acquisito, era stato il pm Marcello Musso nel corso della precedente udienza.

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