Caserta, 10 dic. (LaPresse) – Una vasta operazione della polizia di Stato di Caserta e dell´Arma dei carabinieri contro il clan camorristico dei Casalesi, capeggiato dal boss Michele Zagaria, è in corso dalle prime ore del mattino nel casertano. Coinvolti imprenditori e politici locali. Gli arresti, eseguiti nei confronti di 24 persone a opera della squadra mobile di Caserta e dal Ros dei Carabinieri di Napoli (Distaccamento di Caserta), riguardano i reati di associazione a delinquere di stampo camorristico, concorso esterno in associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, estorsione, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, abuso d´ufficio, truffa, turbata libertà degli incanti.

SEQUESTRATO CENTRO COMMERCIALE. Sequestrato dagli uomini della polizia di Stato il ‘Jambo‘, un imponente centro commerciale a Trentola Ducenta (Caserta) del valore di sessanta milioni di euro, direttamente riconducibile a Michele Zagaria. Le indagini, coordinate dalla Dda di Napoli, hanno svelato un complesso sistema criminale finalizzato al riciclaggio dei proventi dei delitti consumati dagli indagati, tra i quali spiccano amministratori locali ed esponenti dell´imprenditoria casertana.

RICERCATO IL SINDACO DI TRENTOLA DUCENTA. Il sindaco di Trentola Ducenta, Michele Griffo, anche lui tra i destinatari dell’ordinanza, si è reso irreperibile ed è tuttora ricercato. Per il primo cittadino l’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa. Tra i destinatari anche l’ex sindaco Nicola Pagano, alcuni assessori e il responsabile dell’ufficio tecnico in Municipio.

LE INDAGINI. L’indagine ha consentito di ricostruire la composizione attuale del clan, individuando gli esponenti di livello più elevate, e i collegamenti della cosca con politici e imprenditori del casertano. Con accertamenti patrimoniali, dichiarazioni di collaboratori di giustizia e testimoni, consulenze tecniche e intercettazioni si è ricostruito come dal 1997 a oggi quello che era un piccolo centro commerciale, dal valore di 2 miliardi di lire, sia diventato un’imponente realtà commerciale: gli investimenti del clan hanno reso il Jambo, sequestrato oggi perché ritenuto nella sostanziale disponibilità del boss Zagaria, una struttura da 60 milioni di euro.

I terreni su cui nel tempo sono stati costruiti via via gli ampliamenti del Jambo erano difatti individuati e acquisiti da Zagaria e dai suoi, che poi mettevano i proprietari formali della struttura in condizioni di siglare l’affare. Per far posto al centro commerciale sono stati spostati capannoni commerciali, rilasciate licenze edilizie anche illegittime, realizzate opere pubbliche come uno svincolo sulla statale 265 che metteva in pericolo gli stessi automobilisti: per aggiudicarsi quella gara, le oltre 100 offerte che erano pervenute erano state preventivamente aperte per dare vantaggio al clan.

Le quote della società Cis meridionale, proprietaria del centro, sono state ritenute dal gip riconducibili al boss Zagaria che da latitante si incontrava con i dirigenti del centro per mettere a punto strategie commerciali come la scelta dei partner che dovevano operare all’interno di Jambo. Il gip ha dimostrato anche gravi collusioni tra l’amministrazione di Trentola Ducenta, comune in cui è ubicato Jambo, e il clan. Sono dunque stati accusati di concorso esterno in associazione mafiosa quegli amministratori pubblici, specie del settore delle licenze edilizie e degli appalti, che potevano soddisfare le richieste del clan. In cambio ricevevano appoggio elettorale. L’indagine ha consentito di portare alla luce l’esistenza di due diversi gruppi, quello di Casapesenna e quello di Trentola Ducenta, entrambi guidati da Zagaria e coordinati da personaggi ritenuti di sua diretta espressione.

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