di Maria Elena Ribezzo
Città del Vaticano, 8 dic. (LaPresse) – “Apritemi le porte delle giustizia”. Mentre pronunciava queste parole, Papa Francesco portava l’anello del Pescatore – una delle insegne del Pontefice Massimo -, a mettere in luce la solennità dell’evento. Ha spinto più volte con forza gli stipiti della pesante porta in bronzo del Consorti ed è entrato nella Basilica di San Pietro. Così, attraversando la soglia della Misericordia, ha dato solennemente inizio all’Anno Santo, mentre la folla in piazza dietro di lui esplodeva in un lungo applauso. Ma la prima apertura della Porta Santa, il Papa delle periferie, che rovescia la piramide della Chiesa e capovolge il sistema, l’ha riservata al cuore devastato dell’Africa, aprendo la Porta in legno della cattedrale di Bangui, meno imponente sì, ma non meno importante. (LE IMMAGINI)
Ad attraversare per primo la soglia santa di San Pietro, dopo Francesco, è stato il suo predecessore, Joseph Ratzinger. Il Papa dimissionario primo pellegrino: un messaggio potente, segnato dall’abbraccio dei due successori di Pietro nell’atrio della Basilica, pochi secondi prima dell’apertura. “Abbandoniamo ogni forma di paura e di timore”, ha detto Francesco prima di entrare, “perché non si addice a chi è amato; viviamo, piuttosto, la gioia dell’incontro con la grazia che tutto trasforma”.
LA REGIA DI WIM WENDERS – La scena, così come l’intera diretta della cerimonia aveva un regista d’eccezione, Wim Wenders. Occhio attento a dirigere le inquadrature interne ed esterne alla Basilica, sul cielo della piazza quasi al completo, con 70mila fedeli attenti, sotto una pioggia sottile e costante. Il Centro Televisivo Vaticano ha fatto le cose in grande, come mai in passato: una produzione in ultrahd diffusa in mondovisione con tre satelliti, tre mezzi mobili e ripresa con 19 camere 4k.
LE AUTORITA’ IN PIAZZA – Tra i 70mila in piazza erano presenti anche le massime autorità italiane: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con la figlia Laura – tra i primi ad attraversare la Porta Santa, dopo la lunga processione di cardinali, presuli e sacerdoti -, il premier Matteo Renzi con la moglie Agnese, il ministro dell’Interno Angelino Alfano, il prefetto di Roma Franco Gabrielli e il commissario di Roma Francesco Paolo Tronca.
GLI AUGURI DELLE COMUNITA’ ARABE – Già in prima mattina, le comunità del mondo arabo in Italia, anche loro presenti in piazza, hanno inviato gli auguri a Papa Francesco e ai cristiani, e dopo #notinmyname, hanno lanciato l’hashtag su Twitter #tuttiunitiperilgiubileo, condannando “con fermezza” il terrorismo e la violenza. Hanno poi invitato tutti i musulmani, cristiani, ebrei e tutte le fedi a unirsi contro “gli assassini delle religioni”.
ANTEPORRE LA MISERICORDIA AL GIUDIZIO – “Dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio, e in ogni caso il giudizio di Dio sarà sempre nella luce della sua misericordia”, ha detto il Santo Padre durante l’omelia della messa in piazza. Quello che inizia oggi e si conclude il 20 novembre 2016, sarà un anno in cui “crescere” nella convinzione della misericordia. “Quanto torto viene fatto a Dio e alla sua grazia – ha spiegato il Papa – quando si afferma che i peccati sono puniti dal suo giudizio, senza anteporre invece che sono perdonati dalla sua misericordia”.
IL GIUBILEO NEL SEGNO DEL CONCOLIO – La scelta di aprire ufficialmente l’Anno Santo l’8 dicembre è avvenuta perché lo stesso giorno, 50 anni fa, il Concilio Vaticano II chiudeva i lavori e apriva una fase nuova della Chiesa, spalancando le porte al mondo. “Questa scadenza non può essere ricordata solo per la ricchezza dei documenti prodotti – ha esortato Papa Francesco – che fino ai nostri giorni permettono di verificare il grande progresso compiuto nella fede. In primo luogo, però, il Concilio è stato un incontro. Un vero incontro tra la Chiesa e gli uomini del nostro tempo. Un incontro segnato dalla forza dello Spirito, che spingeva la sua Chiesa a uscire dalle secche che per molti anni l’avevano rinchiusa in sé stessa, per riprendere con entusiasmo il cammino missionario. Era la ripresa di un percorso per andare incontro a ogni uomo là dove vive: nella sua città, nella sua casa, nel luogo di lavoro”. “Il Giubileo ci provoca a questa apertura e ci obbliga a non trascurare lo spirito emerso dal Vaticano II, quello del Samaritano, come ricordò il beato Paolo VI a conclusione del Concilio. Attraversare oggi la Porta Santa – ha concluso Papa Francesco – ci impegni a fare nostra la misericordia del buon samaritano”.

