di Maria Elena Ribezzo

Città del Vaticano, 4 dic. (LaPresse) – Rapporto stretto con i telespettatori, restyling e obiettivo ‘share’, nel senso letterale di ‘condivisione’. Con questa ricetta in un anno e mezzo, da quando è scesa in campo la squadra di Paolo Ruffini, alla direzione della Rete, e Lucio Brunellim a quella del tg, Tv2000 è cresciuta del 20%, e sembra non volersi fermare. Ma guai a parlare di numeri con Ruffini: “Non ci poniamo un obiettivo di ascolti – dice a LaPresse -. L’unico obiettivo è quello di fare una televisione aperta a tutti e di qualità, perché gli ascolti crescono in funzione della qualità del prodotto. ‘To share’ significa condividere: se arriva lo share stai facendo una cosa buona, che man mano si diffonde”.

Non solo rete. Avete un numero altissimo di followers anche sui social network. Qual è la ricetta?

Sui social abbiamo lavorato tantissimo, sia in termini di restyling che nei contenuti. Ad esempio siamo stati i primi a mettere su web la conferenza del Papa sull’aereo di ritorno dall’Africa. Facciamo un lavoro di qualità e di integrazione social. Questa televisione cerca di rivolgersi alle persone di tutte le età e alle persone tutte intere, non guardandole come semplici consumatori, ma come persone alla ricerca di informazione, intrattenimento, divertimento. Cerchiamo di avere una approccio intergenerazionale, pensiamo a una tv per tutti, con un linguaggio il più possibile universale. Il nostro approccio è quello di allargare, cioè di non perdere le persone anziane e di coinvolgere allo stesso tempo le altre fasce d’età, con un linguaggio che non sia respingente ma il più inclusivo possibile.

Quanto ha contribuito il pontificato di papa Francesco a questa crescita?

Enormemente. Stiamo raccontando un pontificato con un Papa che ha una capacità comunicativa inusuale, grandissima, e fondata sulla semplicità. Ha una capacità di leadership mondiale. In questo momento è tra i pochi in grado di parlare a tutto il mondo con un pensiero forte che non si arrocca, ma si incontra. La sua specificità sta nel parlare il linguaggio di chi ascolta. Nel momento in cui lo racconti devi essere all’altezza del suo messaggio. Se lo rinchiudi dentro vecchi canoni non puoi farcela. Il segreto è non ridurlo a piccoli slogan, a ‘parole d’ordine’ che piano piano si consumano e si svuotano. Quello che ha fatto a Bangui, in Centrafrica, con l’apertura della Porta Santa, è esattamente un capovolgimento del modo in cui noi raccontiamo il suo andare nelle periferie. Quello che sta facendo è dirci che la periferia è il centro, che il mondo ormai è una rete e ogni luogo è il centro, ogni persona è il centro.

Come è nata la telefonata che avete avuto con il Santo Padre all’indomani della carneficina di Parigi?

Nel modo più semplice che si possa immaginare. Era una telefonata vera e non studiata a tavolino. Lucio (Brunelli, ndr), che è il responsabile del tg e che conosce Bergoglio da molto prima che diventasse Papa, si è sentito con lui e il Santo Padre ha dato il permesso di registrare la telefonata. L’effetto di quelle parole a caldo è stato molto più potente di qualunque comunicato scritto. Ha avuto un effetto mediatico molto forte.

Quali progetti per il giubileo?

Abbiamo cercato di pensare al Giubileo come a un evento della chiesa universale e non di ‘Roma caput mundi’. Abbiamo pensato a dei programmi nuovi che abbiano la centro il tema del perdono e della misericordia e di ‘piegare’ tutti i gli altri nella misura giusta. Parte il 7, alla vigilia, un programma sulla Divina Commedia con Franco Nembrini. La lettura della Divina Commedia che faremo durante queste 34 puntate ha come sottotesto, come filo rosso, la misericordia. Poi Alessandro Sortino, dal 15 dicembre, presenterà ’70 volte 7′, una serie di puntate, quattro speciali, che hanno come tema il perdono attraverso alcuni film che trattno questo tema. L’8 dicembre sarà una giornata interamente dedicata al Giubileo: abbiamo in programma un documentario sul cinquantenario del Concilio, che è un ‘pezzo’ di questo Giubileo, indetto proprio a 50 anni dal Concilio Vaticano II; un documentario sulla storia dei Giubilei; una diretta sia la mattina, con l’apertura della Porta Santa in San Pietro, che il pomeriggio, da piazza di Spagna; mandiamo in onda la sera un film con Madre Teresa, che sarà santificata nell’Anno Santo.

‘Siamo noi’, un nostro programma classico, farà uno speciale sul Giubileo alla vigilia e avrà anche un’inviata da Parigi per raccontare la misericordia anche in relazione al terrorismo e agli attentati, così come avrà dei collegamenti con altri luoghi.

E in futuro?

Possiamo già dire che Alessandro Sortino farà un programma sull’ambiente partendo dall’enciclica Laudato Si’, nel 2016, per 7 o 8 puntate. Arianna Ciampoli farà una nuova edizione di Revolution come concept ha due fulcri: l’idea, un po’ bislacca ma divertente, che la conduttrice non sappia prima le persone che incontrerà, l’altra è che il viaggio è dentro i vizi e le virtù degli italiani, un modo per interrogarci sui nostri difetti.

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