Milano, 1 dic. (LaPresse) – Daniela Angela Albano e il marito Gianni D’Agostino sono stati condannati a 16 anni in appello per l’omicidio della madre della donna, Concetta De Santis, 77 anni. Il cadavere della donna, che era stata uccisa il 5 dicembre 2013 dalla figlia e dal genero per ragioni di soldi, è stato prima infilato in un sacco nero e abbandonato sul balcone del piccolo appartamento in zona Baggio, periferia Ovest di Milano, che dividevano anche con i figli della coppia. Alcuni giorni dopo, l’11 dicembre, la donna e il marito avevano abbandonato il corpo in un cantiere di Cesano Boscone.

Entrambi avevano perso il lavoro e si erano visti costretti a vendere anche i gioielli dell’anziana ad un ‘compro oro’ pur di sopravvivere e temevano di essere scoperti. La 77enne, nata a Brindisi ma da anni residente a Milano, negli ultimi anni giocava anche al Bingo ed era diventata una habitué di una sala da gioco in via Lorenteggio, dove dilapidava i pochi risparmi della famiglia. Anche per questo le tensioni con la figlia e con il genero, che nel frattempo era stato licenziato dall’Autogrill, erano diventate quotidiane. Oggi i giudici della Corte d’Assise e d’Appello di Milano hanno ridotto la condanna della Daniela Angela Albano e del marito, assistiti rispettivamente dagli avvocati Federico Belloli e dall’avvocato Antonio Costantino, a 16 anni perché hanno ammesso per entrambi le attenuanti generiche e non hanno riconosciuto l’aggravante del futili motivi, di cui i giudici di primo grado, che avevano condannato la coppia a 30 anni, invece, avevano tenuto conto.

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