Di Maria Elena Ribezzo

Città del Vaticano, 3 nov. (LaPresse) – “Non sono un corvo. Non ho mai tradito il Papa”. Francesca Immacolata Chaouqui, arrestata e poi liberata dalla gendarmeria vaticana per fuga di notizie, lancia dall’account Facebook la sua autodifesa, cambia la sua immagine di profilo con una foto in cui stringe la mano a Papa Francesco e fa pulizia – o almeno questa è l’accusa che le muovono altri utenti – di post scomodi per apparire umile e devota. Quei post, tra gli altri, in cui si vanterebbe di viaggiare su auto a 300 cavalli e di dormire in alberghi a 5 stelle per lavoro.

La sua innocenza, scrive lei, “emergerà presto, ne ho la certezza e la totale fiducia negli inquirenti. Non c’è niente che abbia amato e difeso di più della Chiesa e del Papa. Neanche la mia dignità. Avrei potuto stare a casa e non presentarmi in Vaticano ma come sempre ho anteposto tutto al Papa. Adesso le cose andranno a posto. Niente compatimenti per favore, io sono a testa alta, niente di cui vergognarmi”. Oggi è stata ascoltata per la seconda volta. “Per il momento non rischia nulla di più che una sovraesposizione mediatica molto antipatica” aveva detto ieri a LaPresse il suo legale difensore, Giulia Bongiorno, aggiungendo: “Siamo certi che dimostreremo la sua estraneità ai fatti”. Monsignor Lucio Angel Vallajo Balda, arrestato con lei, invece, resta in carcere.

LA REAZIONE DI PAPA FRANCESCO. Fonti vaticane fanno sapere che il Santo Padre è amareggiato, ma sereno per quanto accaduto. “Che sia sufficiente alla nostra vita la Pasqua del Signore, per essere liberi dagli affanni delle cose effimere, che passano e svaniscono nel nulla”, si è augurato questa mattina nel corso dell’omelia per la messa in suffragio dei cardinali e vescovi defunti nel corso dell’anno. “La vanità non ci porta solo lontani da Dio: ci rende ridicoli”, ha scritto nel suo ultimo tweet, del 31 ottobre.

“Ho incontrato il Santo Padre domenica scorsa, abbiamo parlato di altro e non di questo ma il Papa non mi è sembrato particolarmente amareggiato, mi metto nei suoi panni: qualsiasi figlio della Chiesa davanti a questi attacchi concentrici non può rimanere indifferente”, ha detto il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, alle telecamere di Tv2000.

Per Galantino, più di qualcuno temerebbe il processo di rinnovamento iniziato dal Santo Padre: “Credo che – ha detto – faccia paura una Chiesa che comincia a essere inattaccabile su alcuni punti, che comincia a essere credibile agli occhi anche dei non credenti e questo sta facendo perdere la ragione a qualcuno. Alcuni attacchi sono assolutamente ingiustificati”.

“Questi quattro signori – ha aggiunto il segretario generale della Cei – se è vero che hanno detto di aver agito per il bene del Papa, hanno detto delle cretinate e sanno di mentire perché non si vuole bene ad una persona pugnalandola alle spalle o rubandole conversazioni private e facendo male alla Chiesa. Si vuole coprire con una foglia di fico un furto e una mancanza di fiducia. E’ un gesto esecrabile”.

DOMANI LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO ‘VIA CRUCIS’. ‘Via Crucis’ di Gianluigi Nuzzi, uno dei due libri scandalo che hanno portato all’arresto di Francesca Chaouqui e di Monsignor Balda – l’altro è ‘Avarizia’ di Emiliano Fittipaldi – sarà presentato alla stampa domani e distribuito nelle librerie a partire dal 5 novembre. Il libro, tramite registrazioni e documenti inediti, racconta “la difficile lotta di papa Francesco per cambiare la Chiesa”. “Se non sappiamo custodire i soldi, che si vedono, come custodiamo le anime dei fedeli, che non si vedono?”, avrebbe detto Papa Francesco agli alti vertici vaticani, in un incontro riservato e registrato.

“I costi sono fuori controllo. Ci sono trappole”, avrebbe aggiunto, sferrando un attacco alla nomenclatura da anni a capo delle finanze della Santa Sede. Non era mai successo che un giornalista potesse ascoltare la registrazione di diversi incontri riservati tra gli alti vertici del Vaticano e il Papa. Bergoglio avrebbe chiesto trasparenza dopo aver preso visione dei bilanci non ufficiali che documentano sia – si legge nel libro – “la malagestione degli amministratori”, sia “operazioni di puro malaffare”. “Una situazione negativa – prosegue il testo – mai conosciuta nel suo insieme, e qui svelata, che fa capire finalmente perché Benedetto XVI si è dimesso. I fasti dei cardinali e le regge a canone zero, la fabbrica dei santi, le offerte dei fedeli sottratte alla beneficenza, i furti e le truffe commerciali, il buco nero delle pensioni, le veline e i veleni di chi sabota la vigorosa rivoluzione del papa, tra spionaggio, scassinamenti e azioni di delegittimazione”.

Il 16 luglio 2015, già tre mesi prima che la notizia della stesura del libro fosse ufficiale, lo Ior, Istituto per le opere religiose, inviò un’email all’autore dicendo di aver saputo che stava lavorando al libro e che avrebbero “avuto piacere a rispondere a eventuali sue domande”. Il libro sarà pubblicato contemporaneamente negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Francia, Svizzera, Austria, Germania, Brasile, Portogallo, Spagna, Sudamerica. Nuzzi è l’autore anche di ‘Vaticano Spa’ (2009) e ‘Sua Santità’ (2012), che portò all’arresto di Paolo Gabriele, il corvo, il maggiordomo di Ratzinger che aveva sottratto documenti segreti dalla sua scrivania.

UN NUOVO DOSSIER SU RICICLAGGIO E MANIPOLAZIONE MERCATI. Intanto un’altra tegola sembrerebbe pronta ad abbattersi sul Vaticano: questo pomeriggio, l’agenzia Reuters ha raccontato di essere entrata in possesso di un dossier degli investigatori vaticani di 33 pagine, poi passato alla finanza italiana e svizzera perché potessero a loro volta svolgere accertamenti. Nel documento emerge che Giampietro Nattino, proprietario della banca Finnat Euroamerica Spa, avrebbe utilizzato l’Apsa, dipartimento della Santa Sede che controlla immobili e investimenti vaticani, per riciclaggio di denaro e manipolazione dei mercati. L’Apsa controlla i patrimoni immobiliari del Vaticano a Roma e in altre città italiane, paga i salari degli impiegati e agisce come fosse un dipartimento di risorse umane. Una delle sue due divisioni gestisce anche le finanze e i fondi della Santa Sede. Questa divisione sarebbe stata utilizzata da Nattino per affari che non rientravano nelle attività vaticane, con possibile complicità degli impiegati dell’Apsa.

Secondo il rapporto, oltre 2 milioni di euro sarebbero stati spostati in Svizzera giorni prima che il Vaticano imponesse una stretta con la nuova normativa contro il riciclaggio e ponesse i trasferimenti di denaro sotto controllo minuzioso. Dal 22 maggio 2000 al 29 marzo 2011, a Nattino, che è stato nel board di molte aziende italiane ed è stato consultore della prefettura affari economici del Vaticano, faceva capo il ‘Portfolio 339’, che consisteva in quattro conti separati. Origini e finalità di destinazione dei fondi sarebbero ‘dubbie’ secondo il rapporto.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: