Di Denise Faticante

Città del Vaticano, 5 ott. (LaPresse) – Il Sinodo sulla famiglia che inizia è iniziato oggi “non è un Parlamento, dove, per raggiungere un consenso o un accordo comune, si ricorre al negoziato, al patteggiamento o ai compromessi”, ma “l’unico metodo è quello di aprirsi allo Spirito santo con coraggio apostolico, umiltà evangelica e orazione fiduciosa”. Questo il messaggio e l’augurio del Papa all’apertura dei lavori dell’Assemblea sulla famiglia in Vaticano.

Francesco, tenendo fede ai pilastri del suo pensiero, chiede “saggezza” e “franchezza” per affrontare il cammino. Nel Sinodo, quindi non “ci si mette d’accordo” ma “è la Chiesa che cammina insieme per leggere la realtà con gli occhi della fede”. Chiede anche “umiltà”, il Santo Padre, “l’umiltà che porta non a puntare il dito per giudicare i fratelli ma tendere la mano per rialzarli senza mai sentirsi superiori”. Necessario pure “il coraggio” “per non fare della nostra vita un museo di ricordi”.

Papa Francesco, rivolgendosi ai 270 padri sinodali e ai 18 tra esperti e uditori che porteranno la loro testimonianza, invita a vivere i lavori in modo da non “lasciarsi impaurire di fronte alle seduzioni del mondo” ma nemmeno “di fronte all’impietrimento di alcuni cuori che allontanano le persone da Dio”. Parla di “uno spazio protetto” il Santo Padre dove “la Chiesa sperimenta l’azione dello Spirito santo”. L’Assise andrà avanti tre settimane che sono state precedute da una forte pressione mediatica tra posizioni molto avanzate come quella del cardinale tedesco Walter Kasper, fino alle più conservatrici come quelle degli uomini vicini all’ex presidente della Cei, Camillo Ruini.

Ma sull’Assemblea volteggia anche il coming out di Krzysztof Charamsa, il funzionario vaticano polacco che sabato scorso ha confessato di essere gay e di avere un compagno. Le parole, a tratti dure come pietre, di Charamsa non rendono il clima favorevole alle conciliazioni: la discussione con molta probabilità verrà polarizzata sempre di più e Bergoglio dovrà mettere in campo, ancora una volta e con una dose forse più massiccia, le sue doti da mediatore. Gli schieramenti appaiono già formati con Africa, Stati Uniti ed est europeo in prima linea sull’intransigenza.

In conferenza stampa i cardinali hanno garantito che i polveroni rimangono fuori dall’aula. Il Papa è “molto libero”, tutt’altro che “sottomesso all’aria che tira”, alle tendenze, all’aria del tempo, ha tagliato netto l’arcivescovo di Parigi André Vingt-Trois. Il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa e consigliere di Bergoglio ha auspicato che il Sinodo “produca un cammino di allegria e speranza per tutte le famiglie”. Le porte si sono chiuse, il dibattito è stato aperto: da quell’aula uscirà la nuova famiglia della Chiesa.

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