Torino, 5 ott. (LaPresse) – “La decisione di oggi, che pure assolve i semplici membri del Cda, consente di andare a processo e stabilire finalmente le responsabilità anche individuali, a partire delle figure più autorevoli, amministratori delegati e presidenti, evitando lo scaricabarile verso le figure più in basso nella scala gerarchica. Un passo importante per fare giustizia, per tutti coloro che fino ad oggi e, purtroppo, per gli anni a venire, moriranno per una patologia che non lascia scampo”. Lo afferma Federico Bellono della Fiom provinciale di Torino, che si è costituita parte civile nel processo per le morti d’amianto che si sta celebrando a Ivrea e che ha visto oggi il gup Cecilia Marino rinviare a giudizio gli ex presidenti e amministratori delegati della Olivetti. Tra questi ci sono anche Carlo De Benedetti, amministratore delegato e presidente del Cda dal 1978 al 1996, assistito dall’avvocato Pisapia, l’ex ministro Corrado Passera, difeso da Carlo Alleva, e l’imprenditore Roberto Colaninno, ma per un solo caso di lesioni colpose. Prosciolti invece gli imputati che avevano avuto solo incarichi di consiglieri di amministrazione senza deleghe.
Il provvedimento riguarda la morte di tredici lavoratori, provocata secondo l’accusa dal contatto con le fibre d’amianto, mentre per due casi l’accusa è di lesioni colpose. “Il gup Marino – spiega ancora Bellono – ha deciso il rinvio a giudizio per tutti gli imputati eccellenti, che ricoprivano ruoli di presidente e amministratore delegato, e non ‘semplici’ membri di Cda. Sono stati rinviati a giudizio anche tutti i dirigenti”. La prima udienza sarà il 23 novembre.
Al processo sono stati ammessi come parti civili i familiari di tredici vittime, i sindacati Fiom e Fim, il Comune di Ivrea, la Città metropolitana, l’Associazione familiari vittime amianto di Casale Monferrato, l’Inail e un gruppo di comuni della Provincia.
“La decisione di oggi, che pure assolve i semplici membri del Cda, consente di andare a processo e stabilire finalmente le responsabilità anche individuali, a partire delle figure più autorevoli, amministratori delegati e presidenti, evitando lo scaricabarile verso le figure più in basso nella scala gerarchica. Un passo importante per fare giustizia, per tutti coloro che fino ad oggi e, purtroppo, per gli anni a venire, moriranno per una patologia che non lascia scampo”. Lo afferma Federico Bellono della Fiom provinciale di Torino, che si è costituita parte civile nel processo per le morti d’amianto che si sta celebrando a Ivrea e che ha visto oggi il gup Cecilia Marino rinviare a giudizio gli ex presidenti e amministratori delegati della Olivetti. Tra questi ci sono anche Carlo De Benedetti, amministratore delegato e presidente del Cda dal 1978 al 1996, assistito dall’avvocato Pisapia, l’ex ministro Corrado Passera, difeso da Carlo Alleva, e l’imprenditore Roberto Colaninno, ma per un solo caso di lesioni colpose. Prosciolti invece gli imputati che avevano avuto solo incarichi di consiglieri di amministrazione senza deleghe.
Il provvedimento riguarda la morte di tredici lavoratori, provocata secondo l’accusa dal contatto con le fibre d’amianto, mentre per due casi l’accusa è di lesioni colpose. “Il gup Marino – spiega ancora Bellono – ha deciso il rinvio a giudizio per tutti gli imputati eccellenti, che ricoprivano ruoli di presidente e amministratore delegato, e non ‘semplici’ membri di Cda. Sono stati rinviati a giudizio anche tutti i dirigenti”. La prima udienza sarà il 23 novembre.
Al processo sono stati ammessi come parti civili i familiari di tredici vittime, i sindacati Fiom e Fim, il Comune di Ivrea, la Città metropolitana, l’Associazione familiari vittime amianto di Casale Monferrato, l’Inail e un gruppo di comuni della Provincia.
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