Roma, 23 set. (LaPresse) – “Ho preso consapevolezza di avere un mostro per fratello. Per me è morta una seconda volta Eligia” quando Christian ha confessato, “per me è stata una pugnalata al cuore. Si, volevo sentirmelo dire da lui. Lui non mi ha detto il perché di questo gesto, ma io gli ho detto: o ti vai a costituire da solo o ti denuncio io. Con l’avvocato quindi l’abbiamo caricato in macchina e l’abbiamo portato al commissariato”. Queste le parole – durante Pomeriggio Cinque condotto da Barbara d’Urso – di Pierpaolo, fratello di Christian Leonardi, che dopo otto mesi ha confessato l’assassinio della moglie Eligia Ardita.
“Quando finalmente alla caserma dei carabinieri è stato confermato che erano state trovate tracce che non lasciavano dubbi – ha ricostruito il fratello di Christian – dopo un incontro molto forte con il padre di Eligia, io promisi ai familiari che avremmo portato Cristian dai carabinieri. A casa lo abbiamo prelevato e l’abbiamo portato in un posto appartato, dove abbiamo iniziato a torchiarlo, pur non rivelandogli che sapevamo già cosa era successo. Lui continuava a negare, ci sono state discussioni animate”, ha ancora ricordato.
“Alla perizia – ha raccontato ancora Pierpaolo riferendosi all’autopsia del corpo di Eligia – ancora non avevamo capito nulla. Sicuramente c’erano dei passaggi poco chiari e più volte ho avuto confronti con lui, dicendogli di dirmi la verità, se era stato lui, volevo che chiarisse. Lui ha sempre sostenuto la sua innocenza, si sentiva vittima di un complotto”. In collegamento anche due cugine di Eligia, che parlando con Barbara d’Urso hanno detto: “La famiglia di Christian non c’entra niente”.
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