Milano, 7 set. (LaPresse) – Il Comune di Buccinasco (Milano) dice “no” alla proposta dell’Anci, Associazione nazionale comuni italiani, di apporre la scritta “vietato alla ‘Ndrangheta” all’ingresso della città. Quella stessa Buccinasco in cui le inchieste Cerberus del 2008 e Parco sud del 2009 hanno messo nero su bianco la presenza delle cosche calabresi entro i confini della cittadina di 27mila abitanti nell’hinterland milanese. “Non possiamo mettere un cartello del genere perchè a Buccinasco gli ‘ndranghetisti ci vivono, e scrivere ‘vietato alla ‘ndrangheta’ sarebbe una presa in giro nei loro confronti, nei confronti dei nostri cittadini. La ‘ndrangheta qui è residente”. Sono le parole, a LaPresse, di Rosa Palone, presidente del Consiglio comunale di Buccinasco.

L’iniziativa, promossa dall’Anci Lombardia nell’ambito della campagna ‘100 comuni contro le mafie’, è ideata dall’opinionista Klaus Davi. Il “no” di Buccinasco, noto alle cronache come ‘Platì del Nord’ nonostante la promozione di eventi sul tema legalità organizzati dall’attuale amministrazione comunale dopo gli arresti degli anni passati, ha provocato la reazione del sottosegretario alla giustizia Cosimo Ferri, che ha invitato il sindaco Giambattista Maiorano che si è rifiutato a ripensarci. “Contro la mafia sono importanti i fatti concreti ma anche gli atti simbolici. Invito sia Buccinasco che Locri a ripensarci”, è la dichiarazione di Cosimo Ferri.

Nessuno si può permettere di vietare la residenza a uno ‘ndranghetista in questo territorio. Nel momento in cui sarà vietata per legge la residenza ai cittadini ‘ndranghetisti, allora lo scriveremo. Fino a quel momento possiamo, perchè sarebbe prenderli in giro”. E’ quanto dichiarato da Rosa Palone, che aggiunge: “Abbiamo aderito alla campagna dell’Anci ‘100 comuni contro le mafie’ sin dall’inizio, dalla scorsa primavera, e da tre anni organizziamo la kermesse ‘Buccinasco contro le mafie’. Inoltre 21 agosto di quest’anno abbiamo inugurarto i lavori di tinteggiatura nella villa confiscata alla famiglia Barbaro – Papalia: io, il sindaco e altri dell’amministrazione siamo tornati dalle vacanze appositamente perchè ci tenevamo ad esserci – continua Palone -. Non c’era, invece, l’Anci, e non c’era il sottosegretario alla giustizia Cosimo Ferri. Ma c’erano i Barbaro – Papalia, e noi eravamo soli a dire che quella casa, ora, è nostra”.

“Sono basita dal peso che Anci dà alle dichiarazioni di un opinionista di ‘Domenica In’ come Klaus Davi. Noi siamo chiamati ad amministrare il comune, non a comunicare come l’opinionista, ma a governare. Anche contro le mafie. E Anci dovrebbe, come noi, pensare a governare e non a comunicare”. E’ quanto afferma Palone, che aggiunge: “Mi stupisce poi l’intervento del sottosegretario Ferri: a febbraio scorso il mio sindaco aveva depositato un’interrogazione parlamentare esprimendo i dubbi di veder affidato proprio a Buccinbasco Rocco Barbaro, dopo il carcere”. A rinunciare all’iniziativa è stata anche Locri, in provincia di Reggio Calabria.

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